04 May 1989

11° g - 4 MAG: Mosca, conversazioni con un giornalista, un sindacalista ed un fisico

Conversazione con J., giornalista di Vojennij Vestnik (Bollettino Militare), pubblicazione dell'Agenzia Novosti.

Non crede che i militari abbiano perso potere politico dopo l'allontanamento di Ogarkov, Sokolov e Kulikov, tra gli altri, dal Comitato Centrale. Nei suoi frequenti contatti con militari ad alto livello lui non ha notato "la più piccola traccia di insoddisfazione" verso Gorbaciov. Inoltre, gli scritti per il giornale che gli pervengono dai militari sono sempre di prima scelta, lui non ha mai niente da ridire o correggere. Il tono assolutista della risposta, tipico dell'approccio vetero-sovietico alle domande imbarazzanti, mi suggerisce subito che costui è chiaramente un pre-glasnostiano, e quindi credo che vada preso cum grano salis. Impressione confermata quando dice di non occuparsi di questioni tecniche, ma conosce alquanto bene quelle della NATO, la sua ignoranza si limita a quelle del Patto di Varsavia. Non ci sono più dubbi sul tipo quando mi sbrodola la sua convinzione che tra europei ci capiamo bene perché amiamo tutti la patria in quanto dividiamo una lunga storia, mentre è più difficile con gli americani che non amano altrettanto la loro terra.

03 May 1989

10° g - 3 MAG: Cerco di organizzare missione in Georgia

Da Olga Morosova, amministratrice dell'Accademia incaricata della mia visita. Durante il mio mese qui sono invitato ad andare a visitare una sede dell'Accademia in una delle repubbliche sovietiche. Lei già sa che volevo andare a Tblisi a visitare l'Accademia delle Scienze goergiana, anche se dice di non aver parlato con Alexei l'angelo custode, che pure è l'unico con cui ne ho parlato... Chiedo di andarci ma non si può, anche se non è vietato. Siamo alle solite.

Cena nel sempre più squallido "Bjufet" dell'albergo. La cameriera afferra il pollo (che sembra più gomma americana che carne) con le mani per tagliarlo, ma poi si premura di prenderlo delicatamente con le pinze per porlo dalla bilancia, dove lo ha pesato senza neanche la carta sotto, sul piatto che mi serve.

02 May 1989

9° g - 2 MAG: Ancora festa

Oggi è ancora festa in URSS: forse si devono riposare dalla camminata della festa del 1º Maggio. La mattina vado al Cremlino, dove dopo una fila di una ventina di minuti chiedo alla cassa un biglietto per tutti i musei al suo interno. Ne ricevo 5: quattro chiese ed un museo di arte seicentesca. Entro e scopro che due delle quattro chiese sono chiuse per restauri: che ci farò dei biglietti forse dovrei chiederlo alla cassiera. Ci sono in compenso altri musei, i più belli, per cui non mi ha dato i biglietti. Due (Grande Palazzo e Tesoro di Diamanti) richiedono permesso speciale da presentarsi per iscritto all'Inturist con anticipo. Il terzo, l'armeria, si visita solo 4 volte al giorno in giri guidati i cui biglietti però si vendono (chissà perché) in una biglietteria a sé stante, fuori dal Cremlino e non indicata da cartelli, solo dalle 10 alle 11 di mattina.

Le strade del Cremlino sono ampie ma non ci passano che una dozzina di auto ufficiali l'ora (è chiuso al traffico privato). Chissà perché, però, i numerosissimi poliziotti fanno trillare un odiosissimo fischietto ogni volta che un turista scende dal marciapiede (dove ci sono persino i sensi unici di marcia!!!) sull'asfalto. Cosicché i marciapiedi sono ingorgati dai gruppi turistici che si spintonano, mentre le strade sono vuote.

Vado all'hotel Inturist a cercare giornali occidentali (che non trovo) e vedo, accanto ai soliti Beriozka, uno stando molto ben fornito di oggetti vari, souvenir, ecc., che ostenta un cartello in inglese VENDITA SOLO PER RUBLI SOVIETICI. Valli a capire...

Tornando mi fermo alla Tretiakovskaja Galerija, uno dei principali musei della capitale, dove c'è la bellissima mostra di Wassily Kandinskij, con quadri provenienti dal Guggenheim, da Monaco, dal Pompidou, ecc. Mi dicono che sia la prima in URSS da oltre mezzo secolo, finora Kandinski era all'indice. Non c'è il catalogo né un poster della mostra, peccato perché lo sforzo è stato grande.

01 May 1989

8° g - 1 MAG: Festa del Lavoro

Oggi è il 1º Maggio, Festa dei lavoratori, ed è tutto chiuso. L'IMEMO non è stato capace a trovarmi un "passi" per le manifestazioni per cui cerco di confondermi tra la folla per vedere la parata fino al Cremlino. Vengo però acciuffato per tre volte dalla polizia (poliziotti ogni 10-15 metri per tutte le strade) e rispedito indietro perché non faccio parte di nessuna delegazione. La terza volta il poliziotto, dopo che gli dico che sono un comunista italiano ospite dell'Accademia delle Scienze, e che vorrei partecipare alla festa del lavoro sovietico, cerca di convincere il capo di una delegazione di non so quale ministero ad accettarmi nel suo gruppo, ma questi non ne vuole sapere. Curioso spettacolo dovrebbe essere, dall'alto, quello di centinaia di migliaia di persone che camminano in una direzione sulla destra delle strade e solo una, io, che si allontana dai festeggiamenti sulla sinistra...

30 April 1989

7° g - 30 APR: Mosca, al Bolscioi

Conversazione Galia, ricercatrice dell'IMEMO (Baranovskij) Dice che il nazionalismo è in crescita in tutta l'URSS, e non solo quello russo; quello russo però è associato ai superconservatori (o reazionari). Il gruppo Pamiat (nostalgici del patriarcalismo non lontani dalle posizioni di Solzhenitsin) pare abbia addirittura bande di picchiatori, di cui però la stampa non riferisce per cui non se ne sa molto. (Nota: Galia è una tartara purosangue.)

Lei ritiene che il momento della verità per la democratizzazione verrà quando si faranno le elezioni per i soviet (che si dovevano tenere in autunno ma pare siano state rimandate alla primavera). Se le elezioni saranno libere come quelle per il Congresso del Popolo di Marzo i candidati del partito saranno sicuramente bocciati in gran numero, o si dovrebbero dimettere dalla carica del partito o la regola gorbacioviana che il segretario del partito deve essere a ciascun livello anche il presidente del Soviet verrà meno e sarà la crisi della perestrojka in quanto sarà chiaro che il partito non rispecchia la volontà del popolo ........

Telefono per i biglietti del Bolscioi: ancora niente nuove, bisogna richiamare dopo le 3. (Nota: il concerto comincia oggi alle 7). A pranzo da una famiglia di origine georgiana amica di Sergio Rossi. Sergio porta un bustone con formaggio e vino sovietico, che naturalmente non si trova e lui ha preso al Beriozka, che viene infatti molto apprezzato. Lei è un'italianista, forse settantenne, in pensione. La casa è modesta ma spiccano alcuni bei mobili antichi. Il pranzo è piuttosto semplice: prosciutto cotto, formaggio, insalata russa, pollo in padella, cetrioli. Per dessert una specie di cheese-cake molto dolce con marmellata, fatto in casa. Loro sono molto simpatici, comunichiamo un po' in italiano, un po' in russo e un po' in tedesco.

Alle 3 vado finalmente a ritirare i biglietti all'hotel "Nazional". Mi dicono che ci sono ma devo aspettare. Dopo una ventina di minuti arriva un'impiegata e li porta. Il costo nominale è di 3,20 R ma "solo per i sovietici": favoreggiamento nazionalista? no perché i sovietici non li trovano. Agli stranieri si vendono invece a 13 R, cioè esattamente 4 volte di più, da pagare in valuta convertibile. Per cui due biglietti costano 60.000 lire, copeco più copeco meno.... cioè circa 40 volte di più di quello che costerebbero se si pagassero in rubli cambiati al mercato nero.

La sera al Bolscioi con Galia. Moltissimi gli stranieri, soprattutto in platea (non vola una ...Mosca; penso: come mai a S. Cecilia durante un concerto viene a tutti la tosse e qui no? Non mancano tuttavia gli italiani maleducati che parlano durante lo spettacolo e che mi tocca azzittire). Mi dice Galia che i posti migliori comunque sono riservati agli ospiti del partito: quando lei ha accompagnato gli ospiti del PCI o del PCF, per esempio, era sempre nelle prime file. Poi, a spettacolo iniziato, noto che il palco più bello, sul palcoscenico, è rimasto vuoto! "Lo schiaccianoci" è molto bello, naturalmente, sia come solisti che come coreografia e scenografia. All'uscita i soliti gruppetti di tassisti abusivi che pullulano intorno agli stranieri.

29 April 1989

6° g - 29 APR: Mosca, al parco Kolomenskoe e concerto rock

Visita a Kolomenskoe, vecchia residenza campestre di Ivan il Terribile, poi teatro di varie vicissitudini storiche. La chiesa principale è strapiena di gente per la vigilia della pasqua ortodossa. Sono soprattutto vecchie donne, ma anche gente di mezza età. Pochissimi giovani... come nelle chiese un po' in tutto il mondo in fondo.

28 April 1989

5° g - 28 APR: Mosca, per negozi

Vado alla Piazza Rossa: si trovano i biglietti per uno spettacolo al teatro Bolscioi ma solo per valuta (25 dollari) all'albergo "Nazional" (dove una guardia non fa entrare i russi che non siano ospiti dell'albergo) e non si può sapere quali posti riservano. Si compra a scatola chiusa: quello che capita capita. Curiosità: sulla Piazza Rossa dal 1985 è vietato fumare, per rispetto alla sacralità di Lenin, mi dicono.

In altri negozi nelle vicinanze si trovano anche altri generi non di prima necessità, al contrario di un anno fa quando questi negozi erano completamente vuoti, ma costano. Un binocolo 10x50 costa al Voentorg (negozio di oggetti militari) 93 R, una Matrioska grande a 12 statuine 350 R (due mesi di stipendio!!), una coppia di bellissimi libri sulla storia di Mosca illustrati 340 R. Ovviamente inaccessibili al cittadino sovietico medio che viva del suo stipendio, ma un affare per noi, anche senza cambiare denaro al mercato nero, cosa che evito accuratamente di fare in Urss.

27 April 1989

4° g - 27 APR: A pranzo al ristorante Ukraina

Pranzo con S.R., un giornalista italiano che vive qui da anni, al ristorante dell'albergo "Ukraina". Chiacchieriamo di politica. Uskorenje = accelerazione, una delle parole d'ordine accanto a Perestrojka e Glasnost. Anzi la prima delle tre ad essere stata lanciata da Gorbaciov nel 1985. La sua idea era che il sistema potesse essere messo a posto solo accelerando i processi in corso, insomma lavorando di più a fare quello che si stava già facendo. Certo ridurre l'alcolismo e l'assenteismo male non farebbe. Ma non credo che risolverebbe i problemi sistemici dell'URSS, accelerare non serve se stai andando nella direzione sbagliata.

Infatti noto moltissimi cantieri per la città. Molti sono in funzione senza sosta, con le fiamme ossidriche che scintil­lano nella notte. Qualche giorno dopo qualcuno mi suggerisce che in genere queste sono le imprese straniere, soprattutto finlandesi, che vengono assoldate per i progetti più urgenti. Ma a giudicare dalla gru scarcagnate che usano non si direbbero dei supertecnici occidentali...!

Borshch buono, anche la carne bollita non è male. Curiosità: la legge sovietica vieta di consumare alcol nei ristoranti prima delle due di pomeriggio, ma gli stranieri sono esenti dal divieto. Tuttavia neanche a loro si può servire alcol, che quindi i camerieri invitano ad andare a comprare al negozio Beriozka del piano di sopra. Per cui si assiste all'alquanto comica parata di stranieri che si siedono, ordinano da mangiare poi si alzano e vanno al piano di sopra a comprarsi vino e birra da riportarsi giù. Ancora più buffo che la birra costa 1 dollaro a barattolo mentre il resto del pasto 5 rubli (cioè circa lo stesso al mercato nero).

26 April 1989

3° g - 26 Apr: Mosca - IMEMO, ancora sul mio albergo

Incontro con vari esperti dell' IMEMO
Torno all'IMEMO per altri incontri politici con esperti studiosi. Parliamo a pranzo di controllo degli armamenti. Vladimir B. non vede con favore l'integrazione militare europea, anche se crede che il "pericolo" non vada esagerato in quanto ci sono molti problemi. É d'accordo che sarebbe più semplice arrivare ad un accoro di sicurezza Est-Ovest se invece che 16 voci diverse la NATO fosse più coerente. Ma allora non si capisce bene perché non veda con favore, mi pare una contraddizione.

25 April 1989

2° g - 25 Apr: Mosca - sulla Germania, in metropolitana

Incontro con Irina S., IMEMO (Istituto delle Relazioni Internazionali e l'Economia Mondiale dell'Accademia delle Scienze dell'URSS).
 Esperta dei problemi tedeschi (parla tedesco bene, inglese male). Mi dice che la questione tedesca non è mai stata chiusa; perché avrebbe dovuto esserlo? Tuttavia è stato un errore pensare alla questione tedesca solo in termini di riunificazione. Ci sono altri aspetti: il ruolo di RFT e RDT, le relazioni intertedesche. La riunificazione ci sarà, non ci sono dubbi, forse in 50 o 100 anni, ma ci sarà. Tuttavia l'URSS, nell'era della parità nucleare, non la teme. Bisogna inoltre tenere in considerazione il fattore umano della questione: i tedeschi non sono solo oggetti, ma anche soggetti delle relazioni internazionali. Come esperta di questioni intertedesche mi sembra un po' deboluccia...
Alla mia domanda se lei apparteneva al gruppo di quelli che dicono che la Dottrina Brezhnev è morta o a quelli che dicono non sia mai esistita dice "senza dubbio alla prima". Ha scritto un articolo sulla questione di cui mi legge uno stralcio, ma non me lo può dare perché "sarà pubblicato in Occidente, forse dal New York Times o dal Washington Post". Vedremo.

La metropolitana di Mosca
 La metropolitana "Lenin" è molto efficiente oltre che architettonicamente interessante, almeno in alcune stazioni. Costruita negli anni trenta resta un simbolo della città. Forse assieme al sistema di comando e controllo delle armi nucleari sovietiche, gestito dal KGB, è la cosa che funziona meglio nel paese. Passa un treno ogni minuto circa, carrozze spartane ma adeguate. Non è molto economica per gli stipendi di qui: abbonamento mensile 6 rubli, biglietto singolo 5 kop. su uno stipendio medio di 160-170 rubli. Per i corridoi delle stazioni abbondano vecchiette ricurve a novanta gradi (come fanno a non cadere?) che chiedono l'elemosina. Noto che non c'è praticamente nessuno che sorride. Fiumi di visi pietrificati scorrono per le scale mobili velocissime. Solo alcune coppie, in genere sui 20-30 anni, hanno l'usanza di abbracciarsi in pubblico con l'uomo che appoggia, quasi con atteggiamento disperato, la testa sul collo della donna, occhi chiusi, e lei che invece guarda avanti, seria e composta (anche perché se no quando la scala mobile arriva alla fine cadrebbero tutt'e due!). Una volta ne ho viste tre di seguito di queste coppiette, su una scala mobile altrimenti deserta dopo la mezzanotte, ed è uno spettacolo assai curioso.

24 April 1989

1° g - 24 Apr: Arrivo a Mosca, in albergo, gelato e caffè

Con volo da Roma arrivo in Unione Sovietica per un soggiorno di un mese come ospite ricercatore dell'Accademia delle Scienze dell'URSS, che mi fornisce ospitalità e supporto per le mie ricerche. Da parte italiana ho avuto il sostegno del Comitato Nazionale delle Ricerche. Ringrazio entrambi.

All'aeroporto Appena arrivato in URSS un primo assaggio delle incoerenze della foga riformatrice. Per aumentare le entrate di valuta convertibile, all'aeroporto hanno aperto un nuovo "Duty Free Shop", che però ha la peculiarità di trovarsi nel settore degli arrivi. Il che vuol dire che chi compra deve immediatamente entrare nel paese e non lasciarlo. Non mi è stato chiarito il senso dell'operazione, che mi sembra quantomeno un autolesionismo fiscale!

20 March 1989

Conferenza di Alexander Yakovlev, membro del Politburo del PCUS, Parlamento italiano

Conferenze alquanto noiosa e di stampo vetero-comunista, nonostante Y. sia uno dei principali collaboratori di Gorbachev e uno dei principali sostenitori della trasformazione in atto in Urss: lunghe disquisizioni, ripetitive e a volte petulanti. Molto più interessante il periodo di domande e risposte, durante il quale è emerso uno Yakovlev molto più conservatore di quanto non ci fosse stato dipinto dai media occidentali.

Y. ha detto di non sapere ancora quale potrà essere la struttura della "casa europea", ma è certo che la struttura attuale dell'Europa è superata. Y. è convinto che in futuro si "riderà" quando si sentirà parlare di strutture inibitorie del contatti, come ad esempio il COCOM.

Y. sostiene che la "cosiddetta Dottrina Brezhnev" non è mai esistita come tale in URSS. É stata inventata in Occidente e chi l'ha inventata probabilmente ha guadagnato molto dal successo che ha avuto. Dice che in quel periodo non era nel gruppo dirigente dell'URSS, anzi era per lunghi periodo all'estero, ma è convinto che non sia stata mai discussa in URSS

Se qualcuno degli stati dell'Europa orientale volesse uscire dal Patto di Varsavia lo dovrà decidere democraticamente per conto suo. Ad una domanda su cosa pensasse del '68 in Cecoslovacchia, ha risposto: "Cosa potrei pensare? Cosa pensa lei che io pensi?" Su Dubcek: "Preferisco tacere."

Ad una domanda sulla riforma dei prezzi Y. ha risposto che bisognerà essere cauti, che non si potrà fare in fretta, soprattutto per i prezzi al dettaglio.

11 April 1988

Incontri in URSS a margine convegno ONU su disarmo


Primo, la perestrojka sta ancora tangibilmente in alto mare, su questo concordano le opinioni di tutti i colleghi sovietici e lo si può verificare quotidianamente quando si ha a che fare con strutture pubbliche di ogni tipo, dai ristoranti e alberghi agli uffici postali, all'Aeroflot, ecc.

Secondo, progressi più notevoli si percepiscono sul fronte della glasnost'. Con una buona parte dei colleghi sovietici si è potuto parlare in modo sorporendentemente aperto e costruttivo. Alcuni cominciano persino a studiare con un certo metodo la letteratura occidentale in materia di sicurezza, anche se la compartimentalizzazione delle strutture rende difficile la diffusione del materiale.

Insomma in URSS si comincia a parlare liberamente ma il sistema economico non cambia, con conseguenti strozzature al processo di ristrutturazione voluto da Gorbaciov.

16 September 1987

INF IN EUROPE: DISPELLING THE BASING MYTH

The seemingly upcoming withdrawal of American Intermediate-range Nuclear Forces (INF) currently based in NATO Europe will not hurt the credibility of "extended deterrence"i.e. the coupling of US nuclear forces to the defence of Western Europefor the simple reason that their deployment did not enhance it to begin with: extended deterrence does not depend on where the forces which back it up are based, but on the degree to which the US is willing to incur the risk of a Soviet nuclear response against itself for the sake of Europe.

Some, like all French governments since de Gaulle, believe that willingness to be quite tenuous, and have opted to build their own deterrent. Most others in Europe either believe the US commitment to be credible enough to be relied upon, or have other reasons for renouncing an independent nuclear force. Be that as it may, it is utterly ridiculous, and yet one reads it every day in much of the European press, to hold that the US nuclear guarantee is credible only if US nuclear forces capable of reaching Soviet territory are based on European soil. To use INF to rejuvenate the trust in extended deterrence which many Europeans see as no longer credible is a product of their political schizofrenia, but carries no logic whatsoever.

Those who hold this view argue that while the US would be reluctant to defend Europe by threatening to use its intercontinentalforces because it would fear Soviet retaliation in kind, it would be less reluctant to threaten the Soviets with its INF based in Europe. For this proposition to be true, one must assume that the Soviets would consider a US INF strike somehow less escalatory, and respond differently, presumably sparing US territory. Yet this assumption is completely untenable.

Why should the Soviets, in shaping their response, care where the US missiles come from? Rationally, while evaluating their next move, they would be concerned about things such as where the warheads land, what type of targets they destroy, whether Soviet territory and cities are attacked, and who controls the weapons which are attacking them.

But what surely will not matter is the geographical location where the weapons are coming from, especially since the Soviets know that US INF capable of reaching Soviet territory are USonly controlled, unlike other "dualkey" systems where the US provides the warheads and the European man the delivery vehicles. Can anyone imagine an emergency Politburo meeting at which the Soviet Chief of General Staff takes the floor: "Comrades, Soviet territory has been struck by US weapons, but don't panic, it's not a 'strategic' attack, they are just using their INF based in Europe". At which point the Secretary General would reply: "This is intolerable Comrades, we must respond in kind, and strike with our own INF, but we'll refrain from using our intercontinental weapons as long as they do..." thus sanctioning the unilateral "sanctuarization" of US territory?!

At the time of the Cuban crisis Kennedy made it clear that the US would consider any nuclear attack coming from [Soviet INF then based in] Cuba as an attack from the USSR against the US. Obviously so,since US territory was threatened by Soviet controlled forces. Why should the Soviets think differently?

Therefore, there is every reason to believe that the US would be equally reluctant (or inclined) to threaten to use its INF against the USSR as it would be to use its intercontinental forces, which is why INF have not enhanced the credibility of extended deterrence: in light of the likely Soviet response, US risks would not be diminished by striking at the USSR from Sicily or the UK rather than from Montana or from a submarine in the arctic.

This of course says nothing about the real issue, namely whether the US nuclear guarantee is credible. But to perpetuate the myth that extended deterrence depends on US INF based in Europe only serves to create false illusions or, perhaps worse, unjustified fears in the minds of those it is supposed to defend.