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05 October 2016

Primi inviti nel nostro appartamento e Parco della Cultura

Mattinata a casa a ricevere amici e soprattutto parenti che vengono a far visita per vedere il nostro appartamento. Un paio di dozzine di persone vanno e vengono, in ordine sparso. I più giovani non sono (e si capisce!) particolarmente interessati, giocano con i loro telefonini o guardano la TV. Gli adulti salutano e ci porgono, rigorosamente con due mani, le tradizionali buste rosse con dentro un po' di denaro, porta fortuna.

Commenti pacati, non particolarmente entusiasti anche se in fondo il nostro è proprio un gran bell'appartamento. Forse proprio per questo. Sono gelosi? Difficile capire. Solo uno zio, fratello di mio suocero, sembra sincero nel complimentarsi. Strano però che gli altri, quelli più freddini, invece tessano le lodi del nostro attico quando sono al telefono con chissà chi, amici, parenti, vicini di casa, colleghi. Forse pensano di far bella figura dicendo ad altri che in famiglia c'è una bella casa, sopra la media, ma non vogliono dare soddisfazione a noi direttamente. Piccolezze, la cosa non mi disturba poi tanto, anzi per nulla ma i miei familiari sono un po' delusi.

Il comportamento la dice lunga su come sia ancora importante in questa società cosa pensano e cosa dicono quelli che ci circondano. È un argomento che tornerà spesso nelle conversazioni che io posso beatamente ignorare perché non capisco nulla, ma Lifang mi traduce quel che basta per intuire uno spiraglio della mentalità.

Grande pranzo sul tardi, verso le 2 del pomeriggio, che si protrasse per un paio d'ore. Finalmente (dico finalmente perché cominciavo ad essere un po' stufo delle formalità) verso le 16.30 andiamo al Parco della Cultura, un enorme spazio verde pubblico ad una quindicina di minuti a piedi da casa.

Non è ancora finito, ci dicono che l'investimento sia stato di circa 500 milioni di Rmb (60 milioni di euro, più o meno) e il parco si estenderà per 144 ettari. Stanno completando una grande pagoda ed alcune piccole strutture accessorie, dicono un teatro, un tempio, vedremo, ma già si passeggia lungo sentieri curatissimi e puliti, fiancheggiati da aiuole fiorite. Piccoli altoparlanti nascosti nei cespugli irraggiano dolci melodie. 


Ci sono sculture di pietra di saggi del passato ed una grande statua di Shennong, il "Contadino Divino" cui la mitologia da lungo tempo ha attribuito il merito di aver introdotto le prime tecniche agricultura in Cina.

Shennong

Un grande lago curvilineo si spiega per forse un chilometro, e si può attraversare con ponticelli in stile tradizionale o pietre piatte disposte a pelo d'acqua. Non c'è pericolo, ci saranno massimo 50 centimetri di profondità, ma quello che basta per far nuotare beatamente migliaia di enormi pesci rossi che i bambini si divertono a nutrire con cibo venduto in bustine all'entrata. Un luogo sereno.


Tutto intorno grandi condomini, di almeno venti piani, forse di più, molti ancora in costruzione. Guiyang cresce. Avevamo pensato di comprare qui, ma alla fine Lifang saggiamente ha pensato che la nostra posizione sia migliore. Tanto per cominciare qui i prezzi sono molto più alti, edifici nuovissimi e location più sfarzosa, specialmente per gli appartamenti con vista sul parco. Ma la nostra è più vicina a tutti i principali servizi  e mercati, e comunque in un quarto d'ora a piedi possiamo comunque venire qui. Inoltre proprio accanto a casa nostra c'è il Parco della Giada, più piccolo ma altrettanto carino, di cui racconterò un'altra volta.


02 October 2016

Inaugurazione della nostra nuova casa e "hot pot"

Oggi è il giorno del trasloco formale della nostra famiglia nell'appartamento di Guiyang. È stata una ricerca abbastanza faticosa, ma Lifang ha cercato molto in lungo e in largo, qui e anche a Chenzhou, ma alla fine il risultato ripaga lo sforzo. Abbiamo trovato un duplex all'ultimo piano di un palazzo abbastanza moderno, costruito da una cooperativa di dirigenti di banca. Molti ancora ci abitano, alcuni lo hanno rivenduto. Dodici piani, più il nostro superattico sarebbero 13, per fortuna che qui il numero non è carico di cariche negative come per i superstiziosi in occidente.

La giornata di oggi non è casuale. In realtà l'appartamento è pronto da tempo, infatti lo abbiamo comprato già completamente arredato. Una pulita e siamo dentro. Solo che bisognava aspettare che un astrologo confermasse una data di buon auspicio. Non ho incontrato questo signore, è uno specialista di date che conoscono da anni in famiglia, ha consigliato buone date per matrimoni, nuove case, funerali, nuovi posti di lavoro ecc. Non mi resta che adeguarmi! Comunque la data va benissimo per noi, ci siamo sposati da un paio di settimane ed abbiamo appena completato un bel giro della provincia dell'Hunan. Un paio di giorni fa siamo arrivati per dare una pulitina, e siamo stati alloggiati da uno zio di Lifang a qualche isolato di distanza.

Abbiamo cercato una donna delle pulizie tramite amici e parenti, via Wechat, online ma niente da fare. Non è uso da queste parti. Non ho capito perché, tanti potrebbero permetterselo. Alla fine si offre di aiutarci una zia di Lifang, cui siamo molto grati perché senza di lei sarebbe stato difficile. Dopo due giorni a ramazzare (ma non era il mio viaggio di nozze?) le vogliamo fare un regalo, un po' di soldi in una busta rossa, sicuramente le farebbero comodo. Ma non c'è verso, non accetta, quasi si offende.

Adesso che la casa è pulita, o abbastanza pulita, oggi sono arrivati tutti da Yanjia per iniziare ufficialmente la residenza qui. In mattinata Lifang ed io abbiamo sistemato il sistemabile, mobili, cucina, letti. I genitori hanno portato noccioline della loro fattoria, frutta secca e vino rosso. Sono arrivati verso le 14, e poco dopo hanno cominciato ad affluire parenti ed amici. Ci si siede attorno ad un tavolo e si sgranocchiano noccioline e altre leccornie parlando del più e del meno.

Non siamo ancora pronti a cucinare una cena vera e propria, quindi andiamo tutti fuori in cerca di un ristorante, Ne abbiamo provati un paio con Lifang nei giorni scorsi, ma non ci hanno entusiasmato, per cui decidiamo di scoprirne uno nuovo. Ci ispira un cartello di "hot pot" (pentola calda), una specialità del Sichuan. L'insegna legge  "Xiao Hei Niu" che vuol dire "la piccola mucca nera".

Il locale si trova al secondo piano, e dopo esserci fatti le rampe a piedi siamo accolti dall'esuberante proprietario che sembra molto eccitato dal fatto di avere un cliente straniero. Il primo, dice, e forse l'ultimo fino a chissà quando, penso io. Ci fa accomodare in una cameretta privata dove c'è solo il nostro tavolo, qui usa fare così. Luce al neon un po' freddina e aria condizionata a palla, anche eccessiva ma quando parte il fuoco sotto il nostro "hot pot" capisco il perché! Alla fine la temperatura nella nostra stanzetta da pranzo privata è perfetta, anche se i condizionatori sono un po' rumorosi. Ma non si può avere tutto!

Andiamo con tutta la famiglia, suoceri cognati e la piccola Cindy di 9 mesi! Ci sediamo tutti intorno ad un tavolo con un pentolone al centro. Ognuno ordina quello che vuole mangiare, e poi c'è un buffet adiacente la stanza dove possiamo riempire i piatti a piacimento: vige la formula "all you can eat", si mangia a volontà! Ortaggi, carni varie, pesce (d'acqua dolce) ce n'è per tutti i gusti. Il pesce è conservato in un frigorifero, basta aprire e prendere quello che si vuole. Tutto naturalmente già tagliato in formato boccone, in Cina non c'è mai il coltello a tavola.

Gran bella mangiata! A volte il pentolone è diviso a metà: una parte è piena di liquido piccante, l'altra non piccante. ma qui siamo in Hunan, si mangia piccante, e così non c'è nessuna divisione: nel brodo di cottura galleggiano peperoncini rossi a volontà! Mettiamo tutti dentro qualcosa, il problema è che il liquido di cottura non è trasparente, quindi diventa difficile tener d'occhio il proprio cibo. Mi capita di acchiappare con i bastoncini qualcosa che non avevo scelto e viceversa di non trovare i bocconcini di pesce per i quali mi era venuta l'acquolina in bocca. Ma non fa niente... 


Comprese nel prezzo anche le bevande analcoliche. Io veramente avrei pure avuto voglia di una bella birra gelata, ma mi adeguo e prendo un'infusione di erbe come tutti gli altri, e devo dire che la scelta fu invero felice, si abbina benissimo al menù. Dopo un po' però mio suocero propone di prendere un paio di birre, quasi non ci pensavo più e devo dire che ci stan benissimo anche quelle con l'hot pot piccante!

Alla fine, dopo aver pagato, torna il proprietario che mi fa qualche domanda tramite Lifang. Poi mi invita a tornare, dice che dovremmo cucinare qualcosa di italiano insieme! Gli dico che ne sarei onorato!

Torniamo a casa verso le 22, ma le incombenze dell'intensa giornata non sono ancora finite. Bisogna dar fuoco ai giochi pirotecnici di rito! Se no che inaugurazione di casa è? Mio suocero si è procurato un piccolo arsenale allo scopo. Alcuni fuochi d'artificio servono a fare tanto rumore, i "botti", per scacciare gli spiriti malvagi dalla nuova casa e per far festa. Altri invece non fanno rumore ma volano molto in alto e ci regalano belle fontane di luce. Dopo qualche "botto" arriva la guardia della sicurezza del nostro comprensorio. Ma non per intimarci di smettere, al contrario, per congratularsi con noi e darci il benvenuto nella comunità! 

Stasera si sono sentiti crepitare, scoppiare e scintillare svariati altri fuochi, oltre ai nostri. Evidentemente, mi spiega mio cognato con un'aria come se stesse ripetendo un'ovvietà, molti astrologi sono stati d'accordo ad indicare la giornata odierna come di buon auspicio per traslocare, non siamo i soli!

Ultima fatica prima di andare a dormire: attaccare le "coppiette rosse" alla porta di ingresso. Strisce rosse con caratteri gialli di buon auspicio che il maschio senior (mio suocero) attacca ai due lati e sopra la porta blindata del nostro appartamento.

Possiamo finalmente andare a dormire nei nostri nuovi letti, io ne ho proprio bisogno. Ultima sorpresa: siccome oggi è il primo giorno che Lifang ed io, dopo esserci legalmente uniti in matrimonio, siamo sotto lo stesso tetto con il resto della famiglia, i miei suoceri ci hanno regalato un completo di lenzuola rosso fuoco, ovviamente il colore dei matrimoni e del buon auspicio. Non solo: ci vengono a fare il letto di persona, tutti e due, prima di salutarci e augurarci la buonanotte e tanti figli!

30 September 2016

Arriviamo a casa... per la prima volta!

Camera con vista, Changsha


Sveglia presto, oggi è il grande giorno: andiamo a casa, dove non siamo ancora mai stati! Per me ovviamente è la prima volta a Guiyang, la "piccola cittadina" come insiste a chiamarla mia moglie (poco meno di 1 milione di abitanti, ma si sa che i numeri sono grandezze relative).

Lasciamo una Changsha grigia, preda di una pioggerellina che rinfresca ma fa fatica a spazzare via lo smog per cui la capitale dell'Hunan è famigerata. Lifang mi dice che ogni volta che viene qui è sempre così, in tutte le stagioni: grigio. Meno male che non mi sono sposato una ragazza di Changsha!

Dall'ultimo piano dell'hotel si vede il fiume, sarebbe una bella vista se ci fosse qualche colore in più Proprio sotto di noi una struttura avveniristica. Ci dicono essere un nuovo museo delle belle arti, mi ripropongo di andarlo a vedere la prossima volta.

Dall'albergo alla stazione mezz'ora ininterrotta di grattacieli, perlopiù residenziali ma anche, ovviamente, uffici. Grandi cartelloni commerciali, ma non molti di tema politico. Qualche slogan del partito che esorta a costruire il socialismo, niente di più.

Intercontinental Hotel lobby, Changsha

La stazione ferroviaria è affollatissima, domani comincia la settimana di vacanza per la festa nazionale: il 1 ottobre 1949, infatti, Mao  Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese dal balcone della città proibita che affaccia sulla grande piazza Tiananmen (la porta della pace celeste), a Pechino. 

Chiedere a un cinese quante ferie ha non è facile: c'è chi non ne ha mai! Molti lavoratori senza contratto, per esempio, lavorano tutti i giorni dell'anno, forse si prendono una giornata di riposo per capodanno, e basta. A volte sono lavori a tempo parziale, ma comunque... Molti altri, centinaia di milioni, hanno una settimana all'anno di ferie pagate. I più fortunati, che lavorano per aziende internazionali nelle grandi città, arrivano ad avere un mese, più o meno come in Europa.

Poi però ci sono le vacanze ufficiali cinesi. A capodanno ci sono 3 giorni, lo stesso per la settimana nazionale che comincia domani. Poi un giorno per la giornata dei defunti, uno per il festival di mezzo autunno, e uno per la festa delle barche dei draghi. Infine uno per la festa del lavoro, il 1 maggio. Facendo qualche "ponte" si riesce a far un breve viaggio, oppure ad andare a trovare la famiglia per le feste comandate. Il capodanno cinese è la più grande migrazione della storia umana, oltre mezzo miliardo di persone che si spostano. Gli spostamenti della settimana nazionale non sono di proporzioni altrettanto bibliche ma poco ci manca.

Facciamo appena in tempo a prendere il treno. Sono l'unico straniero e per me non basta obliterare il biglietto come fanno tutti, il che fa scattare la barriera e permette di scendere verso il binario. Io invece devo far vedere il mio passaporto ad una controllore umana, che deve controllare non so cosa. Lifang deve insistere perché la zelante impiegata la faccia finita e ci lasci passare, poi via di corsa verso il treno che, puntualissimo, è fermo al binario, pronto a schizzare verso sud. È la mia prima esperienza su un treno veloce della CHR (China High-speed Railways) e devo dire che ne esco impressionato: puntialità, pulizia, velocità, silenziosità. Certo i biglietti non sono economici per i cinesi a 149 Rmb (quasi 20 euro) per un tragitto di due ore, ma per me li valgono tutti. A Changsha, sull'asse ferroviario che va da pechino fino a Hong Kong, passa un treno veloce ogni pochi minuti e, specialmente di questo periodo, sono tutti pieni a giudicare dalla sala d'attesa traboccante di umanità che abbiamo fatto fatica ad attraversare.

Eppure non bastano ancora, abbiamo avuto difficoltà a comprare i nostri biglietti oggi. Si possono comprare online, con un telefonino, ma quasi sempre la app dice che non c'è posto. Allora c'è un'altra app che prova per te ogni qualche minuto fino a che non agguanta un posto, magari per una cancellazione, o perché non mettono tutti i biglietti disponibili in vendita tutti insieme. A secondo dell'affluenza prevista, la app ti dice che probabilità hai di aggiudicarti un posto su questo o quel treno. Bisogna bilanciare le esigenze di orario con il rischio di restare a terra...

 

 E mantenere un margine di sicurezza, soprattutto se si devono prendere coincidenze internazionali. Lifang è diventata bravissima ed e riuscita ad acchiappare due posti per un treno che ci porterà a Chenzhou in prima serata.

Puntualissimi, in un paio d'ore siamo a Chenzhou, dove ci viene a prendere l'agente immobiliare tramite il quale abbiamo comprato casa. Un giovanotto sulla trentina, si vede che è molto motivato, ci racconta come gli affari vadano benissimo. La classe media cresce a Guiyang, arrivano i soldi dei giovani che sono andati a lavorare nelle grandi città. Si costruiscono tantissime case, ma non c'è pericolo di un eccesso di offerta, la domanda continua a crescere. Speriamo che abbia ragione, e di aver fatto un buon investimento!

Arrivati in città lasciamo i bagagli a casa di uno zio, Xiaoping, da cui staremo qualche giorno prima di inaugurare il nostro appartamento, e poi andiamo a dare una rapida occhiata alla nostra futura prossima dimora, a poche centinaia di metri di distanza. La prima impressione di Guiyang è limitata dal fatto che è già buio, ma si respira un'aria di grande attività, luci accese, gente per strada. L'appartamento è in ottimo stato, avrà solo bisogno di una bella mano di pulizia e siamo pronti.

Poi cena sotto casa sono passate le 8 di sera,  è tardissimo per cenare da queste parti, siamo stanchi e non abbiamo voglia di cercare troppo, quindi prendiamo posto al primo ristorantino che ci capita sotto mano. Si mangia bene, ma prezzi da grande città! Zuppa di non ricordo che carne e ortaggi, succulenti costolette di agnello leggermente piccanti, cavolo cinese ripassato. Servizio approssimativo, locale trasandato. Dopo qualche mese noteremo che il ristorante ha chiuso i battenti.

Ma di ristoranti non ne mancano, abbiamo visto decine di insegne già qui nel nostro quartiere, non vedo l'ora di sperimentare la vera cucina dell'Hunan, oltre ovviamente a quella, che già so essere ottima, dei miei suoceri. Del resto non ci sarà scelta: mi dice Lifang che in questa "piccola cittadina" non ci sono ristoranti di cucine internazionali. Non ancora, ne sono convinto, ma arriveranno. Non ce ne sono molti neanche di cucine di altre province cinesi, siamo in Hunan e si mangia cucina dell'Hunan.

Costolette di agnello, il primo pasto a Guiyang






15 September 2016

Il mio secondo matrimonio a Sanya, Hainan, Cina

sposina e suocero
Oggi è il giorno più importante. Il giorno del mio matrimonio in Cina. Il mio secondo matrimonio. 

In effetti mi sono già sposato con Lifang il mese scorso, in Bhutan, in una cerimonia buddhista indimenticabile. Perché allora un altro matrimonio? Ma prima di passare alla risposta,  svelo un segreto: è il secondo, ma non sarà l'ultimo.

Abbiamo infatti deciso di sposarci più volte, in diversi paesi, e questo per vari motivi.

In primo luogo volevamo suggellare la nostra unione vicino a familiari e amici in giro per il mondo, e sarebbe stato praticamente impossibile portarli tutti insieme nello stesso posto: Italia, Cina, Belgio, America, Londra, i luoghi dove sono sparpagliati i nostri amici e parenti sono troppi e troppo distanti tra di loro.

Inoltre, abbiamo deciso che non ci sarebbe piaciuta una cerimonia grande, con centinaia di persone, con gli sposi che non hanno tempo né di parlare con gli invitati, né di godersi la cena, la musica, l'ambiente. Ne abbiamo visti tanti di sposini che arrivano alla fine della propria festa di matrimonio esausti, stressati, stravolti. Non volevamo fare anche noi così.

Quindi qui a Sanya abbiamo invitato solo i nostri amici cinesi (che poi sono gli amici di Lifang), ovviamente la sua famiglia ed alcuni amici europei ed americani. Sapevo che degli europei sarebbero venuti pochissimi, ed infatti solo una coppia, Jacopo e Luciana, i più aperti di vedute, hanno affrontato il lungo viaggio per stare con noi, e Lifang ed io apprezzeremo il gesto. Anche una coppia americana, il mio compagno di università Andrew con la moglie Carol, è venuta da Boston. In tutto 22 persone.


Ovviamente abbiamo preparato tutto prima, Lifang ha scambiato centinaia di messaggi con l'amministrazione dell'albergo: scenografia, pasti, vini, fotografo. 

Lifang ha pensato anche che quasi tutti gli amici avrebbero partecipato direttamente e fattivamente ai festeggiamenti, contribuendo con il loro operato a creare lo spirito giusto per la serata. 

Adam e Fang, masters of ceremony

Fang e Adam, i suoi due colleghi cinesi di King's College London, che parlano perfettamente inglese, saranno i Master of Ceremony, dirigeranno insomma i giochi. Sceneggiatura alla mano, passeranno il microfono a chi di turno e provvederanno a tradurre per quanto possibile tra inglese e cinese. Carrie girerà un video, Jacopo si occuperà della musica.

Verso le tre di pomeriggio ci avviamo verso il luogo prescelto. Ci hanno riservato un prato verdissimo subito dietro la spiaggia di Sanya. Sedie con stoffa bianca, ghirlande di fiori.

Fand e Adam cominciano a presentare tutti. Un bancone in un angoletto è presidiato da Bing Bing, fratello di Lifang, per raccogliere le buste rosse con i regali di nozze in denaro. Per tradizione la cifra dovrebbe finire in 99. Infatti il 9 è simbolo di eternità, concetto del tutto consono a due vite che promettono di unirsi, se non per l'eternità, almeno per il tempo che condivideranno su questo pianeta.

Carol, venuta da Boston con Andrew, suo marito e mio compagno di università, canterà "Make someone happy". Duen ci illustrerà un'opera di calligrafia che ha impiegato settimane a comporre lui stesso. Altri ci regalano quadri, poesie e tutti, naturalmente, una busta rossa con del denaro.

Ecco adesso è tutta per te!

Il papà di Lifang l'accompagna su per il prato fino all'arco di fiori dove io sto ad aspettarli. È molto serio, certo non si aspettava un matrimonio del genere, lontano dal paese e senza poter capire la metà buona di quello che viene detto. Ma del resto lui è sempre serio, parla poco, ha quasi sempre un'espressione impassibile. Però quando mi dà la mano di Lifang un sorriso ce lo regala! Il contrario della mamma, cui invece piace parlare, ma oggi è tranquilla, sorride, e ogni tanto piange.

Anche io farò un discorsetto, nel quale ringrazierò i genitori di Lifang per averla fatta crescere bene e soprattutto per averla fatta studiare. Per averla fatta "volare più in alto", come le dicevano da piccola, anche se ora sono un po’ tristi che abbia volato molto più in alto di quello che si aspettavano o, forse, che si auspicavano, andando a vivere lontano, all'estero.

sposino

Dirò anche che sono contento di entrare a far parte di una nuova famiglia, di avere nuovi genitori non avendo più i miei.

Ringrazierò sentitamente i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto nelle mie scelte di lavorare in giro per il mondo, condizione che mi ha permesso di aprirmi ad altre culture e conoscere mia moglie. Mi padre che mi ha insegnato la concretezza, mia madre che mi ha insegnato il gusto delle belle cose. Mi dispiace molto che mamma non abbia potuto conoscere Lifang, ma sono contento che l'abbia potuta incontrare mio padre, passandoci insieme gli ultimi giorni della sua lunga vita, a Roma.

Spenderò anche qualche parola per zio Gigi, il musicista che mi ha insegnato l'importanza di conoscere il mondo. Parlando di lui, lo confesso, mi verrà da piangere, cosa che non mi capita spesso. Mi aveva sempre promesso che avrebbe suonato la sua viola al mio matrimonio, ma ci ha lasciati otto anni fa, non ha fatto in tempo.

Luciana, mia collega ed amica, dirà qualche bella parola su come Lifang mi abbia migliorato, arrotondando alcuni spigoli del mio carattere che spesso in passato era frainteso, percepito come ostico se non ostile quando invece volevo solo cercare un dialogo, un confronto costruttivo. 

sposina

Mi renderò conto solo alla fine che Lifang stessa, la regista della giornata, non ha preso la parola, non ha avuto un ruolo visibile pur essendo l'indiscussa protagonista.

Ultimo atto della cerimonia sono gli inchini. In un matrimonio cinese, dopo aver scambiato gli anelli, i novelli sposi si inchinano: prima al cielo, poi ai genitori ed infine si inchinano reciprocamente l'uno con l'altro, fino a che le teste si toccano delicatamente.

inchino

Le musiche che abbiamo scelto sono un mix delle classiche marce nuziali, qualche brano di zio Gigi (Boccherini) e qualche pezzo preferito di Lifang: Besame Mucho prima di tutto! Il "Libiamo" della Traviata naturalmente non poteva mancare, non per un sommelier, quando invitiamo tutti a brindare con uno spumante che scende a cascata sulla piramide di coppe di cristallo - eh sì le coppe!! Ma una piramide di flute sarebbe difficile da realizzare.

Altra consuetudine: la lotteria, mettiamo denaro in quantità variabili in tante buste rosse quante sono le persone presenti ed ognuno ne pesca una da uno scatolone, tipo urna elettorale, dove le abbiamo infilate in precedenza. Ci va bene, peschiamo due buste con 199 e 299 Rmb, tra le più pingui della scatola! Che la fortuna continui ad accompagnarci per il resto della nostra vita insieme.

A questo punto la cerimonia è finita, tutti si vanno a riposare ma per me e Lifang il lavoro continua: fotografie sulla spiaggia. Il nostro pingue fotografo ci accompagna verso il sole che scende sull'orizzonte e mette in posa soprattutto Lifang con sabbia e palme. Bella luce, calda, degno finale di festa.

Poi via anche noi a cambiarci in qualche cosa di meno formale: qui è d'uso che tra cerimonia e cena ci si cambi, da elegante a smart casual. Che per i maschietti naturalmente è più facile, mentre le femminucce, e soprattutto la sposa, interpretano comunque con cura e gusto anche l'informalità. Per Lifang sarà un vestito rosso, il colore del buon auspicio. Ma il pezzo forte è il trucco e l'acconciatura dei capelli, che prenderà circa due ora con la parrucchiera prenotata che l'aspetta in camera.

Mentre la parrucchiera esprime alacremente la sua arte sulla capigliatura della sposina, nella sala riservata per noi al ristorante hanno tutti fame, ma riesco a rimediare chiedendo alle cameriere di portare qualche stuzzichino mentre aspettiamo la sposa. Quando Lifang arriva devo ammettere che valeva la pena aspettare: il vestito rosso, e le rose rosse nei capelli, sono di un'eleganza semplice, understated ma allo stesso tempo potente e luminosa.

Due tavoli, una decina di persone ciascuno: io e Lifang mangeremo antipasti e primi seduti ad un tavolo, seconda portata e dessert all'altro. Così si eviteranno le immense e dispersive tavolate e potremo scambiare due parole sull'importante occasione con ciascuno dei nostri convitati. Formula di grande successo, è stato un piacere discorrere con tutti. 

Conversazioni interessanti soprattutto con gli amici di Lifang. Alcuni di loro sono istruiti, di ampie vedute. Chen (non il vero nome) parla con Andrew dei padri fondatori dei rispettivi paesi, Cina e USA: si trovano d'accordo che siano sopravvalutati. Mao e Washington, Zhou e Jefferson, certo luci e meriti ma anche ombre e gravissime colpe. Trovo sorprendente e molto interessante che se ne possa parlare così, anche se ovviamente siamo in Cina e quindi in privato. Chen vuole andare a studiare all'estero per il suo Ph.D. e ho l'impressione che se passerà un po’ di tempo in una democrazia occidentale non tornerà indietro. Parla di Londra, USA ma anche del Canada, paese più aperto a dare una prospettiva di lavoro agli studenti stranieri che vogliano restare.

29 February 2016

Book review: Married to Bhutan (2011) by Linda Leaming, ****

Synopsis

Tucked away in the eastern end of the Himalayas lies Bhutan—a tiny, landlocked country bordering China and India. Impossibly remote and nearly inaccessible, Bhutan is rich in natural beauty, exotic plants and animals, and crazy wisdom. It is a place where people are genuinely content with very few material possessions and the government embraces “Gross National Happiness” instead of Gross National Product.

In this funny, magical memoir, we accompany Linda Leaming on her travels through South Asia, sharing her experiences as she learns the language, customs, and religion; her surprising romance with a Buddhist artist; and her realizations about the unexpected path to happiness and accidental enlightenment.

As one of the few Americans to have lived in Bhutan, Leaming offers a rare glimpse into the quirky mountain kingdom so many have only dreamed of. For over ten years, Leaming has lived and worked in the town of Thimphu, where there are no traffic lights and fewer than 100,000 people. “If enlightenment is possible anywhere,” she writes, “I think it is particularly possible here.” (back cover of the book)

About the author


Linda Leaming is a writer whose work has appeared in Ladies' Home Journal, Mandala, The Guardian , A Woman's Asia (Travelers' Tales), and many other publications. Eric Weiner included her in his bestseller, The Geography of Bliss. She regularly speaks about Bhutan at colleges, churches, seminars and book groups. She is married to the renowned Bhutanese thanka painter, Phurba Namgay.

Linda first traveled to Bhutan in 1994, and moved there three years later. This tiny Buddhist country hidden away in the Himalayas is a very happy place for many. Its king believes in Gross National Happiness instead of Gross National Product. Leaming writes about her life in Bhutan and how she learned to live more simply, how she laughs at herself instead of getting mad at others, and how she slows down to look for magic-- because it's everywhere. In Bhutan, she's known for using a salad spinner instead of a washing machine, and her village man makeovers.

Her writing has appeared in Ladies' Home Journal, Huffington Post, Mandala, Guardian UK, A Woman's Asia (Travelers' Tales, 2005), and many other publications. Eric Weiner included her in his 2008 bestseller, The Geography of Bliss. Originally from Nashville, she has an M.F.A. in fiction from the University of Arizona, and she regularly speaks about Bhutan at colleges, churches, seminars, and book groups. She is married to the renowned Bhutanese thanka painter, Phurba Namgay. (from Amazon)

Review

This is a solid personal story that will help you understand much about the country of Bhutan. Her personal love story with the Bhutanese man who became her husband is captivating. Her myriad anecdotes are most informing and entertaining, she really makes it a pleasure to read through them.

She is on less firm footing when (and this happens a lot) she compares the way of life in Bhutan with that of Western countries, and especially the US. One can hardly think of two countries that are less comparable.

Throughout the book one gets that feeling, that is common when reading so many books about developing countries, that life before modernization was tough but happy. That before Western influence began to make its way through the valleys the local ways and culture were not "contaminated" and pure. I am not sure life was happy in Bhutan before the arrival of electricity, cars, antibiotics, education for everyone and not just for the clergy, etc. I don't think it was. As far as I could tell when visiting the country, no one wants to go back to the "good old ways". They are happier now as they embrace development, albeit at their own pace. Bhutan is a quintessentially Buddhist country, and Buddha was, in his time, "imported" from neighbouring India and Nepal.

You can read more about Linda Leaming and her work on her own website.

Linda Leaming

You can buy the book on these websites










14 November 2015

Film review: Red Obsession (2013) by David Roach and Warwick Ross, ****

Synopsis

Red Obsession is a film about power, passion and the fine wine game. Something unprecedented is happening to the fine wine market and that something is China. While the dragon economy could bring untold wealth to the revered wine-making region, the terms of engagement are different from any other customer in the past. This market is young, voracious and unpredictable. Demand is massively outstripping supply. The product is finite and this new client wants it all. For better or worse, Bordeaux is hitching itself to this new, infinitely wealthy client. RED OBSESSION sets out to explore this phenomenon and the link between China and Bordeaux.


Review

A most interesting documentary on the rise of wine in Chinese society. The Chinese drank less than one bottle of wine each per year until just a few years ago. They have recently discovered wine. Not just to drink it, but to show it off, to display as a status symbol, and to invest in. In the past the Americans, and then the Japanese, similarly impacted the world of wine, but the sheer scale of the Chinese onslaught is greater by an order of magnitude. One Chinese billionaire who made his fortune selling sex toys has no qualms admitting in front of a camera that he prefers a bottle of great wine to great sex.

I was also pleased to see that some of the most prominent Chinese wine collectors seem to appreciate cigars and pipe smoking but not cigarettes. I can certainly sympathize with that. Great wine drinkers think alike!


While China is furiously planting new vineyards in regions with appropriate terroir and climate, and is already the fifth largest producer of wine in the world, the fascination of prestigiuous Bordeaux makes them spend billions on the most recognizable brands of Chateaux. This is driving the market crazy and may well portend a bubble in the making. Counterfeiting of expensive wines, like of so many other luxury products, is widespread.

It is going to be interesting to see how this pays out. China will soon be the largest producer of wine as well as the largest consumer. It will decisively affect both demand and supply. For now supply is more quantity than quality: local wines are mediocre (with some notable exception) and mostly for local consumption. Demand, on the other hand, is more focussed on quality, with rich Chinese buying only the best of the best. The global wine market is undergoing a Chinese revolution.

See my selection of movies on China on this blog.



17 July 2015

Film review: Accidental Tourist (1989) by Lawrence Kasdan, ****


Synopsys

William Hurt, Kathleen Turner, Geena Davis. An author of travel books who is coping with his son's death and his wife's departure has his outlook on life brightened by an offbeat dog trainer. Davis won the Oscar for Best Supporting Actress from one of four total nominations. 1988/color/121 min/PG.


Review

This movie is not really about traveling and when I was done watching it I did not plan to review it for this blog. But then I watched it again and I thought it is ALSO about traveling, and not just because the protagonist is a travel guide writer. In fact, that has nothing to do with it. It is a movie about traveling because there are so  many of us who are accidental tourists, though many of us do not even recognize we are.

How many times we go places not because we want to but because we have to? Or for no reason at all? And yet it is part of the innate curiosity of a real traveler to explore new destinations for no reason other than the fact that they exist and we came to know that they are there.

Not only Macon did not want to be a travel writer, but he hates traveling. He's got a job to do however, so he goes places.  He writes guide books for people who, like him, would rather never leave home. And his books are popular precisely because that's the way his readers feel as well. "While armchair travelers dream of going places, traveling armchairs dream of staying put." Macon is a traveling armchair, really, and yet a trip to Paris (a place he'd rather avoid and where he looks for American fast food, while others would kill to have a chance to visit) will define the rest of his life. Is it all by accident?



16 July 2015

Book Review: Geography of Attraction (2015), by Ali May *****



Review

This is, in its own peculiar way, a travel book, which is why this review has a place in this blog. When I asked the author what his new book was about, his answer was simple: fxxxing around the world. The reader is led from ultra-conservative Iran to super-emancipated Denmark, with stopovers in Italian islands and European capitals. Along the way, we are led through many a decadent tasting of delicacies from around the world and lots and lots of drinking, all of which leads like a funnel to the inevitability of physical attraction.

Whether the protagonist of each story is him, or someone he knows, he wouldn't say. Maybe that's the most intriguing feature of the book. It's part fiction, but not all of it. It could all be real. Some stories are clearly autobiographical. I hope, for the author's good sake, much of it is.

For the rest of us what is left is good reading entertainment and the ability to draw inspiration. My favorite is the one about new year's eve celebration, when at exactly midnight she sat ... oh well I'd better not spoil it here.

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15 November 2014

Film review: Fire (1996), by Deepa Mehta, *****

Synopsis

Ashok (Kulbhushan Kharbanda) runs a family business that sells takeout food and which also has a video rental store at the side. Ashok's extended family includes his wife Radha (Shabana Azmi), his brother Jatin (Javed Jaffrey), their ailing mother Biji (Kushal Rekhi) and their manservant Mundu (Ranjit Chowdhry), all living under the same roof.

Jatin, at the insistence of Ashok and their mother, Biji, agrees to marry the beautiful Sita (Nandita Das) in an arranged marriage, although he is actually in love with Julie (Alice Poon), a Chinese-Indian.

At first glance, you see a happy middle-class family going through the normal paces of everyday life. However, as the layers are slowly peeled back, we find a simmering cauldron of discontent within the family, with almost every family member living a lie. Both marriages in the family turn out to be emotionally empty, without love or passion. While Ashok is an ascetic who has taken a vow of celibacy, Jatin is a handsome ladies' man who is still openly seeing Julie even after his marriage to Sita. Ashok has pledged his total devotion to a religious holy man, a swami, in order to purge his life of worldly desires and temptations. Radha, bound by her sense of duty to her husband, agrees to go along with his wishes.

As you can imagine, with both husbands ignoring their spouses' emotional and sexual needs (albeit with reasons that are totally opposite from each other), it is only a matter of time before Radha and Sita look to one another for comfort and to satisfy their own passions. In this environment, it is only natural that Sita and Radha become fast friends, and, in time, much more than that. But their love is not without its share of painful obstacles.

Major controversy led this movie by Indian-Canadian director Deepa Mehta  to be widely attacked and banned in India. The film's unprecedented lesbian themes led to riots outside cinemas in India and necessitated police protection for the director for over a year.



Review

A daring movie for India. For any country really, but especially for a country like India where the issue of female homosexuality was a big taboo in the mid-1990s and it still is. We learn a lot about an India which travelers hardly ever read of hear about, let alone see with their own eyes. It is an optimistic movie, in the end the right of the women to pursue their own path to happiness wins the day.

The pace of the movie is deliberate, with no rush and no slack, it is just right. We are taken into the home of a traditional Indian family where the modern lifestyle of one young husband contrasts with the stale tradition of another husband of a generation earlier. Both neglect their women and this brings the two ladies together more than they would ever have planned. It is ultimately a movie about freedom and love, not necessarily a movie about male chauvinism in India.

It is also a movie about changing India: millenary traditions crumble under the impact of modernity, and the movie suggests that this is a necessary transformation for the country.

This movie is one of three sometimes referred to as the "Elements Trilogy" by Mehta, including "Water" and "Earth".


See other films about India I reviewed on this blog.





10 November 2013

Film review: Sliding Doors (1998), by Peter Howitt, *****

Synopsis

Having been fired from her job at a PR company, Helen (Gwyneth Paltrow) runs to catch an underground train. Two storylines then unfold: in the first, Helen catches her train, meeting the charming James (John Hannah). Upon arriving home, Helen discovers her boyfriend Gerry (John Lynch) having an affair. She leaves Gerry and begins seeing James. Their relationship is placed in jeopardy, however, when Helen realizes that she is pregnant. In the second storyline, having missed her train Helen does not meet James and arrives home too late to catch Gerry. Gerry continues his affair with former girlfriend Lydia (Jeanne Tripplehorn), even when Helen becomes pregnant with his child.


Review

Historians, economists and many others keep asking this question. Most of the time no one really has an answer. A good degree of serendipity in life is unavoidable. And yet in this film, in the end, man reaps what man saws. This seems to be the moral of the story here. So when something goes wrong don't whine about "what if" and try and build a future instead! It is a fun story, unpredictable and a very original debut behind the camera for the director. Acting is great. This is as good as a rom-com can get.






10 July 2013

Viaggio o vacanza?

Una vacanza (dal latino vacantia, periodo di vuoto) è un viaggio intrapreso alla ricerca di una sorta di riposo, di un’interruzione, uno svuotamento da ciò che riempie la vita di tutti i giorni. Al rientro da una vacanza si torna ad essere quelli di prima, riposati, ricaricati.

Un viaggio invece è una trasformazione, un impegno. Tornando da un viaggio si è diversi da come si era alla partenza. Viaggio (dal latino viaticum, provvista per un lungo tragitto) indica un percorso, una trasformazione. In inglese, travel ha la stessa origine etimologica di travaglio, lavoro appunto. Io viaggio per compiere percorsi, per cambiare me stesso.
 

05 July 2013

Recensione film: La Spiaggia (1954), di Alberto Lattuada, *****

Sinossi

Anna Maria, una giovane donna che vive in una "casa chiusa", si prende una vacanza per condurre al mare la propria bimba, Caterina. Le circostanze la obbligano a prendere alloggio in un albergo di lusso, frequentato dalla ricca borghesia: ella si spaccia per vedova e il suo contegno serio e dignitoso le concilia le generali simpatie. Tutto va bene fino al giorno in cui nell'albergo prende alloggio un tale che conosce Anna Maria e sa quale sia la sua vera condizione.

Egli tenta di abbordarla con galanti proposte: respinto, si vendica rivelando ad un amico il doloroso segreto che la donna ha finora potuto custodire. Un incidente fa si che la verità venga ben presto conosciuta da tutte le ospiti dell'albergo, le quali, benchè il loro contegno sia tutt'altro che irreprensibile, si mostrano indignate e reclamano l'espulsione della pecora nera.

La sera stessa però si produce un colpo di scena: un maturo miliardario, che è il più ricco proprietario del luogo e nutre per la donna un onesto interesse, le offre il suo braccio e le fa percorrere tutta la passeggiata tra i reverenti saluti dei villeggianti. Anna Maria può ritornare a fronte alta al suo albergo.


Recensione

Questo film inizialmente mi ha annoiato: la solita storia neorealista di una poveraccia disperata e della dura vita nell'Italia del dopoguerra. Invece mi ha gradualmente appassionato mano mano che emergeva il vero fine dell'opera: denunciare l'ipocrisia, il perbenismo, l'invidia di chi non è contento della propria vita e cerca di rifarsi rovinando quella degli altri. La denuncia non è contro i ricchi ma contro quelli che vorrebbero esserlo, non ci riescono e invece di accontentarsi e godersi una vita comunque agiata, ne soffrono.

Interessante comunque vedere, attraverso la vita di spiaggia, un'Italia che non c'è più, e meno male: formalista, puritana, bigotta. Lattuada lancia anche una denuncia dell'"Italietta" che invece, purtroppo, esiste ancora sessant'anni dopo la realizzazione del film: furba, arrangiona, arrivista e arrampicatrice sociale.

Due grandi verità vengono sciorinate dal riccone del film: primo, pecunia non olet, ed il "miliardo" attira riverenza comunque e dovunque. Secondo, la vita è ingiusta, e prima i bambini se ne rendono conto, meglio è. Inutile schermarli facendogli credere che la vita sia una favola.

Grande interpretazione di Martine Carol.

Compre il DVD qui


16 June 2013

Film review/recensione: Vicky Cristina Barcelona (2008), by Woody Allen, *****

testo italiano di seguito

Synopsis

Woody Allen writes and directs this romantic comedy drama, his fourth consecutive film to be shot outside the United States. When two young American friends, Vicky (Rebecca Hall) and Cristina (Scarlett Johansson), spend a summer in Barcelona, they both become infatuated with flamboyant artist Juan Antonio (Javier Bardem). Things are further complicated when Juan's emotionally unstable ex-wife Maria Elena (Penelope Cruz, in an Oscar-winning performance) reappears on the scene, and chaos soon reigns as the characters become amorously entangled to varying degrees.


Review

This is a great movie in the long string of Allen productions on the meaning of life (or lack thereof) and soul searching. In my view the main point can be summarized as follows: can only unfulfilled love be romantic? Is complete, fulfilling love destined to inevitable demise? Intriguing if somewhat disconcerting. We all look for love, and there is inescapable tension in the process. That is what produces romance. Once we get there, things start to turn routine, normal, and the spark is killed. That was not the plan of course, but what was the plan? What is is that we want from life? Do we need to know? Does it matter? Not really, Allen seems to suggest. "Whatever works", the title of a previous great movie, is good for us. Better to take advantage of what life has to offer and go for it. Avoid falling into easy comfortable traps, like money and an established, conformist lifestyle, because that makes for a boring life.

In the UK buy it here


In the US and worldwide




recensione italiana

Sinossi

Vicky e Cristina sono buone amiche anche se hanno visioni completamente differenti dell'amore. Vicky è fedele all'uomo che sta per sposare e ancorata ai propri principi. Cristina invece è disinibita e continuamente alla ricerca di una passione amorosa che la sconvolga. Vicky riceve da due amici di famiglia l'offerta di trascorrere una vacanza in casa loro a Barcellona durante l'estate e propone a Cristina di accompagnarla...Ma un uomo interviene ed interferisce con i loro piani.


Recensione

Gran bel film nella lunga serie di lavori di Allen sul significato della vita (o sulla mancanza dello stesso) and sulla ricerca interiore. Per me il punto centrale del film può essere sintetizzato come segue: possibile che solo l'amore non completamente appagato possa essere romantico? L'amore pieno è destinato inevitabilmente alla decadenza? Interssante anche se decisamente sconcertante.

Tutti cerchiamo l'amore, e c'è una tensione inevitabile nel processo. Questo è ciò che produce il romanticismo. Appena otteniamo quello che cerchiamo però, le cose cominciano a cambiare, a diventare normali, routinarie, e la scintilla iniziale muore. Non è quello che ci aspettiamo naturalmente, ma ci possiamo fare qualcosa? Cosa vogliamo allora dalla vita? Che importanza ha volere qualcosa di chiaro e definito, sapere che obiettivi porsi nelle relazioni con le persone care? Allen sembra suggerire che non ha molta importanza. "Basta che funzioni", come dal titolo di un altro gran bel film del regista. Meglio approfittare di quello che la vita offre ed evitare di cadere nella trappola del perbenismo, degli standard prefabbricati, e seguire il nostro istinto. Questo è l'unico modo di rimanere vivi ed evitare la noia.


21 March 2013

Film review: The Proposal (2009), by Anne Fletcher, *****

Synopsis

When high-powered book editor Margaret faces deportation to her native Canada, the quick-thinking exec declares that she's actually engaged to her unsuspecting put-upon assistant Andrew, who she's tormented for years. He agrees to participate in the charade, but with a few conditions of his own. The unlikely couple heads to Alaska to meet his quirky family and the always-in-control city girl finds herself in one comedic fish-out-of-water situation after another. Stars Sandra Bullock, Ryan Reynolds, Malin Akerman, Betty White, Craig T. Nelson, Mary Steenburgen et al.


Review

This is funny, fast, even moving. While the ending is predictable (what else could it be after all?) the way it's worked up is not. A feel good movie for sure, but there is also a moral of the story. I don't know if the author of the director Anne Fletcher of The Proposal meant it, but for me it is: always keep an open mind on what life might bring to you from the most unexpected corners, and be ready to catch it on the fly.


European version DVD



US version


10 March 2013

Film review: Outsourced (2010) by John Jeffcoat, ****

Time magazine cover, 2006
Synopsis

Todd Anderson (Josh Hamilton) spends his days managing a call centre in Seattle until he gets the bad news from his boss his job has been outsourced to India. Adding insult to injury, Todd must travel to India to train his new replacement. He expects the worst experience of his life, and it certainly begins that way! As he navigates through the chaos of Bombay and an office paralyzed by constant cultural misunderstandings, Todd yearns to return to the comforts of home. But it is through his team of quirky yet likable Indian call centre workers, including his friendly and motivated replacement, Puro (Asif Basra), and the charming, opinionated Asha (Ayesha Dharker), that Todd realizes that he too has a lot to learn - not only about India and America, but about himself. He soon discovers that being outsourced may be the best thing that ever happened to him.


27 January 2013

Saluti da Bologna!

Le tre "T" di Bologna

Da notare che i veri tortellini sono quelli a sinistra, della grandezza canonica dell'ombelico di Venere. Il ripieno può essere di prosciutto, mortadella, uovo, parmigiano e noce moscata. Quelli a destra sono cappelletti romagnoli, più grandi e di solito ripieni di carne bovina.

In particolare consiglio l'osteria dei Poeti e, fuori concorso per chi cerca la cucina locale, il ristorante spagnolo di Juan Alberto.

Chandra Raga a Bologna


Durante il mio soggiorno ho anche avuto la fortuna di assistere ad un bel concerto di musica indiana con Paolo Avanzo e Stefano Grazia. Il tutto preceduto da un'ottima cena indiana al Centro Natura. Questo è un estratto di un concerto simile dei due musicisti su Youtube.



A Bologna lo spettacolo è stato completato da danze Bharatanatyam di Alessandra Pizza.

In conclusione: tutto vero, le tre T sono un mito! Gran bel weekend a Bologna. Ho anche trovato in saldo due paia di stivali taglia 39, che faccio sempre fatica a reperire. Da ritornarci presto!

19 January 2013

Book review: Complete Notes from Singapore (2010) by Neil Humphreys, ***

Singapore skyline and the Merlion
Sinopsys

In 1996, Neil Humphreys decided to travel the world. He ended up in Singapore.

His first book, "Notes from an even Smaller Island", became an immediate best-seller in 2001. Humphreys' travelling companion, Scott, said it was a load of bollocks.

In 2003, his second book, "Scribbles from the Same Island", a compilation of his popular humour columns in WEEKEND TODAY, was launched in Singapore and Malaysia and also became an immediate best-seller.

In 2006, he published "Final Notes from a Great Island: A Farewell Tour of Singapore" completed the trilogy. The book went straight to No.1 and decided to stay there for a few months. Having run out of ways to squeeze island into a book title, Humphreys moved to Geelong, Australia. He now writes for several magazines and newspapers in Singapore and Australia and spends his weekends happily looking for echidnas and platypuses. But he still really misses roti prata.


16 January 2013

Recensione: Giapponesi poverini! (2012), di Lio Gallini, ****

Tokyo
Sinossi

Lo scopo di questo scritto è dimostrare che il sistema giapponese, applicato alla vita quotidiana ed alle relazioni umane, genera una realtà tragicomica, inimmaginabile per chiunque, popolazione locale inclusa. Lo stile di vita nipponico rappresenta una ideale ricetta della infelicità, per le persone che nascono, crescono, studiano, lavorano e vivono al suo interno.

Lio Giallini vive e lavora in Giappone dal 1995, dove ha anche svolto una approfondita indagine sulla mentalità nipponica e sugli effetti che produce, nella società e nella vita delle persone. Ha pubblicato “Soumei nanoni, nazeka koufuku ni narenai nihonjin” (Fusosha Publishing Inc. Tokyo – Giugno 2010).


14 January 2013

Recensione: 101 motivi per non vivere in Giappone (2012) di Mattia Butta, *****

Foto di un uomo saggio, Tokyo
Sinossi

Questo libro racconta il lato nascosto del Giappone, quello che di solito non si legge nelle guide. In 101 punti vengono elencate le magagne che l'autore ha incontrato nella vita quotidiana, durante i due anni che ha passato in Giappone. Tutte quelle cose che non vivi da turista e con cui ti scontri quando in Giappone ci vivi e lavori. Un lungo viaggio nel Giappone tra il serio e lo scherzoso alla scoperta di quello che i Jappo-fan non vi diranno mai.


05 January 2013

Recensione: Da capo a piedi (2002) di Debora Gatelli, *****

Sinossi

"Da capo a piedi" é la prima esperienza letteraria di Debora Gatelli e rappresenta un breve ma intenso viaggio attraverso la sua personalitá e i suoi pensieri. Dal testo traspare una certa propensione alle atmosfee dense di introspezione dove aleggia sovente una velata malinconia, alternata peró a momenti di ispirazione umoristica. Il piacere di scrivere domina comunque in ogni singola pagina, sfociando in una continua riflessione interiore dove Debora Gatelli non é disposta a fare sconti a nessuno, soprattutto a se stessa.




L'autore

Debora Gatelli è nata a il 30 maggio 1976 a Varese, dove ha frequentato la Scuola Europea. Laureata in Scienze Statistiche Demografiche e sociali, lavora come statistical advisor per la Commissione Europea a Bruxelles. Ha collaborato per il quotidiano “La Prealpina” scrivendo articoli di cronaca sul suo paese e fin da piccola scrive poesie e racconti. Nel 2002 pubblica il libro “Da capo a piedi”, edizioni Montedit, ora riproposto a distanza di anni in questa nuova versione.