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22 July 2012

Film review: Chaplin blu-ray box set, *****

This is a collection of five films:

The Kid (1921) silent
A moving story of poverty and generosity.

The Gold Rush (1925) silent
Irony about greed. Poor man against poor man, in the hope of striking gold and turning the page.

The Circus (1928) silent
Love and desperation intertwined in a moving story.

Modern Times (1936) last silent film by Chaplin
A timeless classic about the dehumanization of man by machines.

The Great Dictator (1940)
Filmed as WW II was getting underway, it is a totally unveiled veiled satirical attack on Hitler and Mussolini. A movie about the need to speak up for freedom, then as now.

These are among the best masterpiecess made by Charlie Chaplin. They are timeless works, and each evokes as much emotion and humor today as it did almost a century ago.

The BD rendering is very good, even though I am not sure it justifies the expensive price tag. Perhaps a DVD set would be enough. Yet, I would still recommend this set, considering one is likely to view them again and again with undiminished pleasure.


24 February 2012

Book Review: Triumph of the City, by Edward Glaser, ****

Singapore, 2012
Synopsis

America is an urban nation. More than two thirds of us live on the 3 percent of land that contains our cities. Yet cities get a bad rap: they're dirty, poor, unhealthy, crime ridden, expensive, environmentally unfriendly... Or are they?

As Edward Glaeser proves in this myth-shattering book, cities are actually the healthiest, greenest, and richest (in cultural and economic terms) places to live. New Yorkers, for instance, live longer than other Americans; heart disease and cancer rates are lower in Gotham than in the nation as a whole. More than half of America's income is earned in twenty-two metropolitan areas. And city dwellers use, on average, 40 percent less energy than suburbanites.

18 February 2012

Recensione: Sale Nero, di Marco Aime, Stefano Pensotti e Andrea Semplici, ****

Sinossi


Taudenni e Ahmed Ela: due "non luoghi" africani, il primo in Mali il secondo nella Dancalia etiope, sono un chiaro esempio di quelle società "diversamente sviluppate" dove il modello è ancora quello della cultura materiale. Per entrambi è grande l'importanza che continua ad avere il commercio del sale, l'uso dello stesso per gli scambi commerciali è ancora ampiamente diffuso. 

Il libro racconta con testi e fotografie l'ambiente "umano e geografico" che le carovane attraversano: comunità, culture, ambienti naturali. Mette in rilievo le comunità che vivono di questa economia, i rapporti che si intrecciano, le strutture sociali e parentali delle popolazioni, l'esperienza umana. Chi sono questi uomini, quale la loro esperienza?


Recensione

Un libro insolito, il cui il protagonista è una materia prima alimentare, la sola roccia che faccia parte della nostra alimentazione da sempre. Ed è anche merce di scambio in tutte le culture del mondo. L'aspetto economico cruciale del sale è che di solito deve essere trasportato per centinaia o anche migliaia di kilometri dal punto di produzione al consumatore. Il sale, ovviamente, è bianco, ma qui siamo in Africa...


12 January 2012

Book Review: The Skeptical Environmentalist, by Bjorn Lomborg, *****

Pollution in the Maldives
Synopsis

Lomborg, an associate professor of statistics in the Department of Political Science at the University of Aarhus and a former member of Greenpeace, challenges widely held beliefs that the world environmental situation is getting worse and worse. Using statistical information from internationally recognized research institutes, Lomborg systematically examines a range of major environmental issues that feature prominently in headline news around the world, including pollution, biodiversity, fear of chemicals, and the greenhouse effect, and documents that the world has actually improved. He supports his arguments with over 2500 footnotes, allowing readers to check his sources.

02 August 2011

Book Review: Rickshaw Coolie: A People's History of Singapore (2003), by James Warren, *****

Synopsis

Between 1880 and 1930 colonial Singapore attracted tens of thousands of Chinese immigrant laborers, brought to serve its rapidly growing economy. This book chronicles the vast movement of coolies between China and the Nanyang, and their efforts to survive in colonial Singapore.


16 September 2010

Meglio un fallimento della Grecia. Per tutti, greci compresi

Nel 2010, per la prima volta dalla creazione della moneta unica, un paese dell’area Euro, la Grecia, si è trovato sull’orlo del fallimento, ed è stato salvato -- per ora, e forse non per molto -- solo dall’intervento coordinato degli altri paesi del’Unione Europea, oltre che dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi). La causa dei problemi greci era essenzialmente interna: eccesso di spesa pubblica e manipolazione della contabilità nazionale. In altre parole, tutta una serie di governi greci, negli ultimi decenni, da ancor prima che la Grecia entrasse nell’Euro, ha scialacquato risorse ed truccato i conti.

Ecco un articolo che racconta alcuni dei principali motivi per cui la Grecia si trova dove si trova.

22 September 2009

Book review: Maldives, Government and Politics (2002), by Verinder Grover, ****

Maldivian uninhabited island












This is the most complete book by a political scientist I could find anywhere. The authors of the various chapters cover domestic ppolitics, international relations and constitutional affairs.

The style is a bit dry as one would expect from an academic book.

A series of appendices provides useful reference material like the text of treaties, speeches, and historical correspondence.

Recommended for a thorough understanding of Maldivian politics.





20 March 2009

La scuola di Dhigurah, atollo di Ari, Maldive

Passeggiata su questa placida isoletta. Al mio sbarco dal gommone sono lì ad accogliermi sulla spiaggia un paio di piccoli pescherecci in riparazione. Pendono melanconicamente su di un lato, aspettando con pazienza che qualcuno venga a sistemarli per tornare in mare. Un enorme lucertolone, più simile ad un'iguana, fa fugacemente capolino da dietro un albero del pane accanto al quale una semplice altalena, due corde ed una tavola di legno, dondola tristemente vuota. Passo davanti ad una scuola, che però è vuota, infatti oggi è venerdì, il giorno di festa per i mussulmani. Posso comunque entrare a vedere. La struttura è ordinata e pulita, le aule sono disposte su due file con in mezzo un giardino tropicale colorato e molto ben tenuto, circondato da un muretto viola con in cima una banda blu scuro. Un paio di stanze sono attrezzate con batterie di computer moderni a schermo piatto, non hanno niente da invidiare alle migliori scuole di casa nostra, anzi. Certo sarebbe sorpreso Pyrard de Laval, che trovò che i bambini scrivevano le loro lezioni su tavolette di legno bianche, che fungevano da lavagnette su cui si poteva cancellare e riscrivere, oppure su fogli fatti con fibra vegetale intrecciate ed essiccate (un po’ come i papiri egiziani) per gli scritti in bella copia, definitivi.

Vicino alle aule si stende uno spazio aperto con bacheche alle pareti, sulle quali sono attaccati manifestini con poesie, pensieri e disegni dei bambini. Un disegno, opera di Imaadh, Firushan e Nafiz, mostra un grande e famelico drago, con un enorme pancione, seduto per terra, che tiene in mano un piccolo globo terrestre. La didascalia dice, in inglese: «I bisogni dell’uomo sono illimitati ma le risorse per soddisfarli sono limitate. Noi studiamo economia per usare queste risorse con efficacia ed efficienza.» Magari le insegnassero nelle nostre scuole queste cose.

Subito oltre una breve composizione, intitolata «Nuove stelle», senza il nome dell’autore. Si legge: «Un giorno ho visto Jane che piangeva tristemente a scuola. Sono andato da lei e le ho domandato cosa fosse accaduto. Mi disse che aveva preso in prestito il libro di matematica di Lara e lo aveva portato a casa per fare i compiti. Il giorno dopo però aveva dimenticato di riportarglielo, e la professoressa di matematica aveva punito Lara che era senza libro. Per questo motivo Lara si era arrabbiata ed aveva detto a Jane che non le avrebbe più rivolto la parola. Chiesi a Jane se aveva chiesto scusa a Lara. Mi rispose che le aveva chiesto scusa infinite volte, ma Lara non voleva sentire ragioni. Il giorno dopo Lara dimenticò di portare a scuola la sua borsa e la professoressa la rimproverò di nuovo. Durante la ricreazione, Jane vide Lara che leggeva una storia tutta soletta, da una parte; allora Jane corse ad un vicino albergo, comprò un pacchetto di patatine ed una bottiglia di Coca Cola e le regalò a Lara. Da allora Jane e Lara diventarono ottime amiche.»

Questo post è un estratto del mio libro sulle Maldive. Per comprare il libro formato kindle su Amazon clicca qui.

27 February 2009

Film Review: The Threat (2008), by Silvia Luzi and Luca Bellino, *****

Synopsis

“Hugo Chavez and the Bolivarian Revolution are the greatest threat since the time of the Soviet Union and communism”. Doctrine for Asymmetric War Against Venezuela,  U.S. Army, 2006

This is the starting point for a journey across the country which gave rise to the “red wave” in Latin America. Does Venezuela represent the dream of a new socialist society or is it just another distortion of populism and dictatorship?
A trip with President Chavez over the largest oil reserve in the world, situated beneath the Orinoco river, becomes the occasion in which to enter into the lives of Venezuelans, nine years after the beginning of the Bolivarian revolution. The government missions to fight illiteracy and hunger, the creation of a public health care system and the development of an economy based on cooperative work are some of the achievements which characterize the Chavez era.

On the other hand are the country’s 60 violent deaths a week and its collapsing hospitals, the closure of the most popular television channel, the old European immigrants in flight, the opposition black list and the ubiquitous government propaganda. Venezuela en route to socialism: is this still possible in our post-ideological times?


Luca and Silvia in Caracas
Review

This is an excellent documentary on Chavez's Venezuela. A couple of young Italian directors went there to see with their own eyes how the Bolivarian revolution ideals were being implemented. They were disappointed but kept a cool balance throughout the making of this film. They went to the roughest neighborhoods of Caracas as well as with the richest elites. They went to see how the much boasted national health policy is implemented in the hospitals. They went to see what is available in the market for normal people. They spoke with immigrants, students and journalists. They also spent a whole day traveling around the country with Chavez himself, asking questions and thus allowing the viewer a chance to come to independent conclusions on the pros and cons of his rule.

Here is a trailer of the documentary in English.

You can buy the DVD here, in original Spanish with English subtitles.

The Cooperative Suttvuess based in Rome has been working in the field of research, audiovisual production and post-production since 2000. It was born as a post-production company for cinema and television. Over the years however, the cooperative has enlarged its field to the production of historical and inventive documentaries as well as commercial and social advertisements.
INFO: www.suttvuess.com

Or go to La Minaccia's blog.

06 April 2008

Recensione: La Democrazia degli Altri, di Amartya Sen, *****

Sinossi

Le difficoltà incontrate dalla coalizione angloamericana nel secondo dopoguerra iracheno hanno portato alla ribalta il problema della possibilità di "esportare" forme di governo democratico, di matrice occidentale, in paesi che ne sono privi. Inserendosi in questo acceso dibattito Amartya Sen, premio Nobel 1998 per l'economia, illustra in queste pagine l'esistenza di secolari tradizioni democratiche in paesi attualmente oppressi da regimi totalitari, e invita a non commettere un ulteriore peccato di "imperialismo culturale": l'appropriazione indebita dell'idea di democrazia. Piuttosto, Amartya Sen ci suggerisce di esplorare e sviluppare quegli aspetti della democrazia che sono valori condivisi dalla storia dell'umanità intera.

05 March 2007

Recensione: I Nullafacenti (2008), di Pietro Ichino, ****

Sinossi

"Perché, mentre si discute di tagli dolorosi alla spesa pubblica per risanare i conti dello Stato, nessuno propone di cominciare a tagliare l'odiosa rendita parassitaria dei nullafacenti?" Il 24 agosto 2006, dalle colonne del "Corriere della Sera", Pietro Ichino lancia una proposta che scuote il mondo politico e sindacale...

01 December 2005

Una corrispondenza formativa

1 dicembre 2005

ELEONORA
Ciao Marco ben trovato. Mi ricordo sempre con piacere del nostro viaggio in India. T'avverto che è un e-mail lunghissima, di recupero per tutte quelle non mandate (e le future).

Dopo il nostro viaggio sono andata in Etiopia fatta in settembre-ottobre alla faccia della fama delle carestie che la piegano, è inaspettatamente veeerdeee, praterie immense piene di bestiame montagne panorami..e una marea di gente per strada che cammina, molto povera. Di contro Addis Abeba è abbastanza moderna più di altre capitali africane che ho visto. A Settembre-ottobre lì è inverno si è sempre in altitudine e fa freddino, lo dico perchè uno, parte per l'Africa in braghini e canottiera figurati che caldo fa poi si ritrova a gelare, questo nel nord, a sud fa caldo. Non è una novità che l'Etiopia è uno dei paesi africani più interessanti da vedere. 
E' fotograficamente un potenziale ma è molto faticoso..è peggio dell'India per via di richieste di birr (soldi) a baratto delle foto, ti esasperano davvero e tanto tengono allenata la pratica del pretendere pretendere pretendere dai turisti tutti Onassis per loro, che è davvero difficile scattarle prima della posa. Perciò spesso prendevo il mio cessino di Nikon e la mettevo in custodia. Ciò che mortifica davvero è la mentalità d'assistenzialismo da paese che così proprio non ne uscirà mai da una povertà che ti intristisce e sconcerta fino al midollo. C'è pure un bel po' di mafia. Questo in tutto il terzo mondo? Sì, qui è manifesto. E' un paese tutto bello, grande e si sta molto in macchina. Bisognerebbe cercare di andarci in gennaio per le feste religiose di etiopia storica, meno frequentate, il sud è veracemente tribale perciò battutissimo tutto l'anno. La parte più ..più è dove nessuno va, la parte est musulmana verso la dancalia (zone di Hafar). L'Etiopia non è il Sudafrica o la Tunisia..è l'Africa Africa.
A proposito di Africa Africa, sono stata in Burkina a Ouagadougou in missione nel '96 5 settimane nei dispensari dei camilliani ed ho fatto il niger (Bororo-Tuareg) ergo, Togo-Benin-Burkina non può che essere nei primi posti per la voglia di andarci; forse ci andremo con Patrizia con il solito gruppo con cui viaggio in febbraio-marzo-aprile-maggio ma è troppo presto per saperlo, diciamo che è uno dei posti dove ci siamo detti ci piacerebbe andare l'anno prossimo.
In Etiopia ci sono andata con XXXXX... io i cognomi li trascuro proprio da subito. E' simpatica, in gamba, viaggia in genere con un gruppetto suo tant'è che non sempre pubblica i viaggi sul sito e lavora per avventure. Semmai ti dirò l'esatto cognome se ti interessa.
Sei venuto fuori nei nostri discorsi perché ti conoscono in quel giro. Guarda che chiacchierando ho parlato bene di te. Ti dico queste cose perchè poi conoscendoti non lo sei e magari sai se bazzichi ad avventure è buona cosa saperlo. Cosa? questo: hai dato ad avventure (velatamente con l'ombra del dubbio che ad avventure c'è per fortuna..) un'impressione un po' da sapientino un po' snob e certo non aiuta fare discorsi segnatamente di destra filo politica estera americana a chi ti conosce poco, quando non hai un tempo di conversazione sufficiente per spiegare e raccontare da dove vieni e perché arrivi a certe conclusioni.
ORA CERCO DI SPIEGARMI. Il fatto è che detto il più moderatamente possibile, semplicemente e non da tecnici, da profani e ignoranti se vuoi, io e alcuni di avventure che t'hanno sentito parlare troppo poco per conoscerti un po', pensiamo che i fanatici comunisti o liberali che siano, se ottusi fanatici sono teste di cxxxx uguali. Questa, come premessa con la quale tu non c'entri assolutamente.
Continuo: ad avventure, non per programmata selezione ma perché ci si sono casualmente ritrovati a lavorare lì e soprattutto perchè si va a vedere il resto del mondo com'è, un pò di mentalità ...rossa, c'è. Cosa che dal MIO punto di vista è un'evoluzione naturale dell'andare a vedere il mondo com'è, questo al di là di ogni analisi scientifica che non sono nemmeno in grado di fare. La pensano come me molti ad avventure.

Io di te, ho detto, e non l'avrei detto (mi sarei fatta i cxxxx miei) se non perché spero che ciò che ho detto a xxxx sia andato a raddrizzare l'impressione (che è solo un'impressione riconoscono essere quindi cangiante), da sapientino di destra che hai lasciato. Io ho detto che puoi averla lasciata quell'impressione, a volte fighetto appari, ma c'è magari dietro lo studio o un'opinione non fanatica come urlano in tanti e per quanto, com'è lecito, ognuno la pensi come diavolo vuole non sei così fighetto da non avere cura, disponibilità, tolleranza e modestia di confrontare le tue opinioni con chiunque, anche con chi non sembrerebbe capace di dire nulla. Tutti hanno qualcosa da dire e che è interessante da ascoltare, ed ascoltare è conoscenza e intelligenza. Tu questo lo sai e lo sei.
Io non so se ti ci ritrovi ma anche se ha volte ci fai ...magari per colpire, un po' il fighetto, però hai cura di conversare senza chiusure con chiunque, perciò l'impressione che puoi lasciare  risulta conoscendoti affrettata. Non che fosse grave la faccenda, era un discorso che più leggero non si poteva, una chiacchierata che abbiamo fatto io e xxxxxxx sui capogruppo incontrati. Potevo anche non raccontarti tutta sta cosa e scrivendola l'ho certo ingrandita da cazzata che era, ma mi dispiaceva che questa piccola e irrilevante impressione potesse in qualche leggero modo far ombra sul fatto che 'logisticamente' (l'unica cosa che alla fine importa e l'unica che pesa ad avventure al di là di ogni inutile gossip) sei un ottimo capogruppo per lingue, organizzazione, disposizione all'amicizia. Sei uno sveglio, interessante e generoso nel far andare a tutti ottimamente il pre-viaggio, il viaggio e il dopo viaggio.

Non l'ho introdotto io il discorso con XXXXXX ma ho detto la mia da semplice e schietta quale sono. Nemmeno XXXXX è un'impicciona caciarona anzi è un ottima persona e capogruppo ed è un'amica con la quale posso parlare anche magari non facendomi i cXXX miei perché ho piena fiducia nella sua intelligenza, di come prende/capisce le cose che le ho detto. E la cosa è vicendevole se no non mi avrebbe parlato di te. E sai giù ad avventure ne sentono di tutti i colori; c'è gente che fa il capogruppo ma è incapace o stronzo e quello per loro è lavoro alla fine, per non perdere gente che non viaggia più con avventure solo perché ha avuto delle beghe. Soldi. Per lavoro non per altro, non certo per simpatie politiche, cercano di riuscire a valutare se chi si lamenta è un rompicxxxx che è indifferente perdere ...o se è il capogruppo che è meglio perdere. E sai, con tutta la tolleranza di cui sono capace, ce ne sono!

Magari proprio per qualcuno è ora di andare in pensione anche come capogruppo e nemmeno il premio del viaggio gratis riesce a fare di alcuni dei buoni viaggiatori. Non parliamo degli stronzi E io in genere in ferie cerco per principio di pace, nonché per salute, d'andare d'accordo con tutti e almeno in ferie di essere 'in pausa', di non giudicare nessuno. Chi se ne frega, basta vedere il mondo, mi basta quello. Se poi trovo amici, meglio così. Ma se uno è stronzo e non sveglio a un certo punto viaggi per conto suo. Non volevo che qualcuno potesse anche solo lontanamente mischiarti con questi e quando ci si conosce poco può capitare sulla base di impressioni. Il detto la prima impressione è quella giusta è una benemerita cazzata. Basta ho finito. Hai qualcosa da rimproverarmi? Se è così dimmelo ti prego e questa è l'ultima volta che presuntuosamente mi metto a psicoanalizzare o filosofeggiare su come sei o non sei come chi crede di capire tutto di tutti..lo spirito non è quello; io mi farei promotrice attiva di un solo partito: il partito di chi si sa fare i cavoli suoi.
Volevo solo darti modo quando vai ad avventure, di pigliarti tutti i viaggi che vuoi perchè te li meriti 'per merito'.  Perchè se hai messo su, un angolo dell'avventura non è un caso ed un piccione viaggiatore è viaggiatore. Nel momento in cui ho sentito una piccola ma credimi davvero piccola cosa che lo avrebbe non impedito forse 'ritardato', c'ho messo parola. Alla fine era una chiacchierata tra amiche probabilmente già scordata e mai riferita, a volte ci si fa dei film mentali per un nonnulla. Non solo tu sei un bravo capogruppo anche altri. Poi lo sai meglio di me, come ogni ambiente anche avventure è un luogo di inciuciamenti, figurati! Il mondo non si cambia così..e allora volemose bene e tiriamo a campà. Boh si dice così per epilogare? (sei tu il romano). ciao eleonora

4 dicembre 2005

Ciao Eleonora, WOW che email! Be' prima di tutto vorrei ringraziarti, sia per aver dedicato tutto questo tempo per scrivere e riferirmi dei commenti dietro le quinte di AnM, sia, soprattutto, per il tuo apprezzamento sul mio "lavoro" di capogruppo, che mi gratifica ed appaga per i miei sforzi. I complimenti al mio modo di pormi per ascoltare e discutere (mi sforzo, e se tu lo hai notato vuol dire che ci riesco) mi hanno veramente quasi fatto arrossire; spero che tu non sia l'unica a pensarlo, ma sei l'unica che me lo ha detto. Spero avremo modo di viaggiare ancora insieme.
Grazie anche per le info Etiopia, ne farò tesoro!

E veniamo al resto. Non ho capito bene cosa tu, o XXXX, intendiate per "fighetto". A me piace parlare delle cose che leggo sui paesi che visito, cerco la conversazione che però spesso non si sviluppa perché molti ad AM -- e non solo -- non leggono, non si informano, sanno solo dire "che bello!" dovunque si trovino. Forse questo fa pensare che mi dia della arie? Eppure lo spirito di AM è proprio quello dell'approfondimento, c'è anche la biblioteca, il caffè letterario, le recensioni dei libri. Oppure cos'altro è? Forse che a volte a me piace dire qualche frase a effetto, un po' provocatoriamente? Be' sì, è una tecnica di presentazione, serve a svegliare quelli che son distratti e a concentrarsi sulla questione che si sta discutendo. Un sasso nello stagno insomma. Non c'è niente di peggio di una conversazione noiosa, invece a volte con una "sparatella" si vivacizza il tutto!

Ma quando all'essere di destra direi due cose, che ovviamente sono punti di vista opinabilissimi e personali: una è che se non ci fosse una destra non ci potrebbe essere una sinistra, è ovvio, o almeno dovrebbe esserlo a chi è veramente democratico (e non "democratico" come la Repubblica Democratica Tedesca o quella della Corea del Nord). Dunque per un democratico di sinistra l'esistenza di un democratico di destra dovrebbe essere la garanzia di un sistema democratico nel suo insieme. E quindi che ci sarebbe di male ad essere di destra?

La seconda è che oggi la destra, intesa come la conservazione, è rappresentata, in Europa continentale (a Londra è diverso) da quelli che si autodefiniscono di sinistra; nel senso che, non potendo più sognare ad occhi aperti aspettando il sol dell'avvenire, le sinistre cercano di conservare con le unghie e con i denti un sistema sociale ormai consunto, decrepito e screditato, oltre che insostenibile finanziariamente, quello dello statalismo assistenziale creato negli anni sessanta e settanta.

Per far questo si attaccano a tutto, alle cause più disparate, persino alla Chiesa, una volta nemica, con Rutelli radicale abortista che si converte al cattolicesimo, Veltroni che scopre di essere sempre stato religioso e persino Bertinotti che appena può invoca il Papa. Gli altri non son da meno, basta vedere il Presidente del Senato Pera, che era pure liberale ed ora si preoccupa solo di adulare i vescovi, Berlusconi divorziato che va a messa, ecc ecc... tutti in cerca dei voti dei cattolici!

Io in questa Italia non ci voglio tornaaaaaareeeee e meno che mai mi identifico con la sua "destra"!!!!! Ti ricorderai che ne parlammo... io non mi considero di destra, non lo sono affatto, perché non sono un conservatore, ma sono per il progresso, l'evoluzione. Sono un liberale, cerco di essere tollerante, aperto, e quindi per definizione non estremista. Un liberale si batte perché chi la pensa diversamente da lui si possa esprimere, perché sa che sa questo continuo confronto nasce il progresso. Uno può essere un estremista cattolico, islamico, comunista, fascista, ma un "estremista liberale" è un ossimoro, una contraddizione in termini. Ti dicevo che sono antifascista, anticomunista, e anticlericale, e non scherzavo. Solo che per certi sinistroidi (non te) se non la pensi come loro sei di destra e quindi un cattivo. Accade anche il rovescio naturalmente, e ti sorprenderà che in ambienti diversi da AM io spesso mi trovi ad essere considerato quello "di sinistra".

Conosco XXXXX, ha curato i servizi a terra per un paio di miei viaggi, assolvendo sempre bene alle sue mansioni. Lei, con Patrizia e Daniela, sono le colonne portanti dell'ufficio di AM, le veterane, quelle che capiscono le cose al volo senza dover perder troppo tempo. E' grazie a loro che i tantissimi casini di quell'organizzazione alla fine si risolvono (quasi)  sempre ed i viaggi funzionano. Altri là dentro si trascinano inconcludentemente come nei peggiori uffici pubblici... Io non le ho viste fuori dall'ufficio, ma direi, a naso, sono di quelle ex sessantottine un po' deluse dalla vita, con i sogni rivoluzionari infranti, che se la prendono un po' con tutto e tutti ma non hanno più, come quando erano giovani, alcuna certezza di proposta alternativa cui far riferimento. Ho una pletora di cugini che rientrano in questa categoria...

Devo dire mi fanno un po' pena.  Molti di loro pensano che il socialismo sia una bella cosa, solo è stata realizzata male dai regimi del socialismo reale finora, nei quali paesi infatti di comunisti se ne vedono pochi (gli unici comunisti che ho incontrato a Cuba erano un paio del mio gruppo, nessun cubano!); mah, sarà pure, ma cosa caspita può far pensare che Bertinotti sarebbe più bravo di Gorbachev, Mao, Kim il Sung, Ho Chi Minh, Castro, ecc ecc ecc ecc? Io ne dubito! Ma rispetto comunque chi vuol ancora sognare; mi fa incazzare invece chi manipola questi sognatori. Questi si rendono conto che la loro strada, quella per seguir la quale hanno speso la loro gioventù, si sia rivelata un vicolo cieco, ma non hanno le palle per riconoscerlo e cambiarla. Ma neanche possono tanto insistere perché ormai, soprattutto tra i giovani, non li segue quasi più nessuno -- e meno male. Ed allora sono generalmente incazzati con il mondo che li circonda, ma non ne riescono ad immaginare, e tanto meno ne possono proporre, uno che sia migliore ed allo stesso tempo realizzabile.

E con chi si incazzano? Naturalmente con il capitalismo, l'Occidente, il mercato (e la democrazia all'occidentale, che sono due facce della stessa medaglia) che potremmo criticare all'infinito (io stesso lo faccio) ma sono per ora il meglio che il mondo sia stato capace di produrre. Che vuol dire il "meglio"? Vuol dire il meno peggio se vuoi, ma a me appare chiaro che noi stiamo meglio del resto del mondo che ha adottato altri sistemi e stiamo meglio oggi di come stavamo ieri.

Infatti il resto del mondo vuole imitarci, e lo fa dappertutto, senza distinzione di razza, religione, cultura, se non glielo impediscono dittatori e tirannelli vari; e quelli che scrivono dei mali dello sviluppo (disuguaglianza, inquinamento, snaturamento delle culture) cosa propongono? Nulla... solo cazzate di come sono carini i villaggi di fango con i bambini in Africa, tanto belli belli belli... di come una volta si stava bene, "ai miei tempi"... Di questi i gruppi di AM sono pieni. Poi mi fanno ridere quelli che quando gli racconti di un viaggio ti dicono di come il posto tale o talaltro era tanto meglio prima quando ci sono stati loro e non c'era la corrente elettrica, le strade, l'acqua potabile... però mica ci vanno a vivere loro senza acqua corrente, luce, auto, ospedali ecc ecc.

Io dal viaggiare traggo conclusioni diverse dalle tue. Io vedo che dove c'è democrazia, libertà e mercato c'è anche benessere, istruzione, cultura. Dove quelli mancano, questi avvizziscono. Il capitalismo produce disuguaglianza, anzi si basa sulla disuguaglianza, a volte abissale, e che deve essere corretta -- dallo stato. Ma la mancanza di capitalismo ha sempre portato (finora almeno) magari maggiore uguaglianza, ma a livello più basso per tutti. Questo mi pare ovvio. In India per esempio, oggi ci sono enormi differenze tra ricchi e poveri ma il paese cresce a ritmi esponenziali ed anche i poveri migliorano, mangiano, studiano, hanno una prospettiva davanti a sé. Fino a 15 anni fa, con i piani quinquennali ed i monopoli statali, quelli che oggi sono poveri morivano letteralmente di fame.

Comunque sia, di questa evoluzione del mondo, che per me è positiva, se pur costellata di errori, e non è affatto di "destra", gli USA sono la locomotiva. Senza di loro l'Europa sarebbe stata sottomessa dal Kaiser, da Hitler o da Stalin, e l'Asia dal militarismo giapponese. Gli americani continuano a produrre, non solo tante cose che amiamo e fanno parte della nostra vita di tutti i giorni ma soprattutto conoscenza, innovazione, fermento culturale, che sono la chiave di ogni progresso.

Pure il 68 degli ex sessantottini non è mica nato dal socialismo, ma in California. Hanno le migliori università infatti in USA, e non solo perché hanno i soldi, ma perché sono meritocratiche e libere dai baroni politicizzati che soffocano quelle europee. Infatti spesso nelle università americane sono gli scienziati stranieri, europei e asiatici, che brillano, ma è in America che trovano un sistema paese che funziona ed in cui si possono esprimere. Un sistema che sbaglia ma ha la capacità di auto-correggersi.

In parte anche in estremo oriente hanno imparato a farlo, mentre in Europa siamo fermi, stagnanti, abbarbicati su posizioni nostalgiche quanto sterili, con lo stato che entra dappertutto come una piovra e quasi sempre fa guai, e perdiamo tempo a bearci del nostro glorioso passato invece di pensare a costruire il futuro. Che cosa ha partorito l'Europa di buono per il mondo negli ultimi 50 anni? Non molto, mi pare, e me ne dispiace. E poi degli Americani ammiro lo spirito di identità, il grande rispetto reciproco, la disponibilità, anche l'ingenuità se vuoi. Io per questo sono molto pro-americano, il che non vuol dire essere pro-Bush (personaggio che detesto) ma uno può ben essere pro-italiano senza amare Berlusconi o Prodi, o pro-europeo senza amare Solana e Barroso, o no?

Invece certuni sono comunque, ideologicamente, aprioristicamente anti-americani, magari senza esserci mai neanche stati --  poi magari bevono Coca Cola e ascoltano jazz, vestono jeans, mangiano hamburger, fumano Marlboro, usano Windows, masticano la gomma "americana", ecc ecc ma per carità, gridano morte all'America ad ogni occasione! Ti parla uno che comunque l'America dopo 10 anni l'ha lasciata per certa incompatibilità, ma la conosce bene.

Be' mi rendo conto che mi sono lasciato andare in una filippica che forse qui c'entra come il cavolo a merenda! Ma in fondo fa bene scrivere perché aiuta ad articolare il proprio pensiero... ma non volevo scrivere tutta sta palla di email seriosa, mi è scappata la mano.... :-)) be' chi di email ferisce di email perisce, se non ti sei rotta prima e sei arrivata fino a qui a leggere fatti forza che ho quasi finito!

Per finire voglio sottolineare che ti sono veramente grato per avermi aiutato a capire un po' meglio come una parte di me possa venir percepita all'esterno. Forse questo mi permetterà di presentarmi meglio e persino, chissà?, da migliorarmi, cosa che cerco sempre di fare. Che tu abbia voluto condividere queste tue percezioni con me mi ti fa considerare un'amica, ed anzi non ne ho tanti di amici che si prendano la briga di dir qualcosa per aiutarti a capire. Se poi XXXXX e Co preferiranno dare i viaggi ai coordinatori rossi... facciano pure... quando riempiamo la scheda dei coordinatori allora oltre che al numero di telefono ed al codice fiscale dovrebbero anche chiederci il colore politico!! scherzo ovvio... ;-) ...ma non credo che siano così meschine, anzi ti ripeto tutte e tre hanno sempre lavorato bene per quanto io abbia visto. Magari se sorridessero di più non guasterebbe, c'è sempre un'aria di tristezza in quegli uffici, eppure è un'azienda che va bene, con un modus operandi informale, giovanile, un rapporto diretto con i capi, boh? forse mi manca qualcosa...

Comunque è vero dentro AM si respira un'aria rossa, una mia partecipante un po' meno sofisticata di pensiero di te mi ha persino chiesto una volta come potevo viaggiare con AM dato che non votavo per la sinistra (le ho detto che da oltre 10 anni non voto proprio per nessuno)... vedi un po' che ti capita a fare il coordinatore... In effetti la maggioranza dei miei partecipanti di solito è di sinistra (cioè di destra, conservatori) mentre molti coordinatori che ho conosciuto sono più liberali, ...mah! non è certo un sondaggio statisticamente significativo...

5 dicembre 2005

ELEONORA

Un liberale si batte perché chi la pensa diversamente da lui si possa esprimere, perché sa che da questo continuo confronto nasce il progresso, dici tu. Devo essere una liberale anch'io allora.

Sai all'ultimo non te la volevo mandare quella mail, avresti potuto leggerla in negativo e trarne insofferenza per una che alla fine se le tenga le sue considerazioni..ma di nuovo mi hai dato prova del tuo saper 'ascoltare' malgrado il mio pessimo modo di scrivere. Dev'essere il tuo metodo del sottolineare ciò che leggi. E ti chiedo scusa per l'esitazione che ho avuto. Non amo scrivere, non ne sono capace e nemmeno me ne frega più di tanto..lo lascio fare a chi lo sa fare.  Quanto alla tua mail per niente noiosa per ora ti  rispondo senza averla riletta con attenzione, e te la scrivo tra un utente e l'altro per cui sarà come sarà.

Ognuno è com'è.. rispetto te e ciò che scrivi, sento da te quello che hai da dire, se e quando ti va di dirlo, allo stesso identico modo, rispetto xxxxxxx e quello che ha da dire se e quando le va, tu arrivi da dove arrivi ..studi negli Stati Uniti dalle letture che fai, maria eugenia arriva da dove arriva lei socialismo..anni settanta dalle letture che fa, perchè non dovreste essere così come siete? Siete due tipi che tutto considerato bene o male mi piacete. E non perchè ho la vocazione da suora e salvo tutti al contrario, sono decisamente intransigente  o testarda se vuoi ..disprezzo superbia e prepotenza. 

Non sopporto una caterva di idioti bastardi. Arrivo a considerarli tali dopo averli osservati e cercato di capirli, non per vocazione a comprendere anche loro quanto piuttosto al fine di capire se sono bastardi dentro così come mi sono sembrati, se poi mi stupiscono e mi sono sbagliata..è un sollievo. Per quanto riguarda la politica ci lavoro in mezzo agli affarucci beceri di piccoli politicanti di poca qualità e molta 'gonfiezza', c'è poca differenza a livello locale o nazionale. Però so senza incertezze che le cose da fare sono lapalissiane.

Se qualcuno cominciasse con onestà a risolverle ed a fare qualcosa per il bene di tutti verdi, bianchi, rossi e azzurri che siano e chi sta all'opposizione una volta eletto non si limitasse a disprezzare ma raddrizzasse il  tiro..eccetera eccetera a seguire con il discorso utopico che conoscono tutti, non scopro neanch'io l'acqua calda. Ora non ho voglia di seriosità già è Lunedì e sono d'umore storto, consumo giornate e occhi ad occuparmi di cavolate sul metano che più noiose e più lontane dal mondo vero non si può, questo perchè due bastardi m'hanno mobbizzato perchè ho detto loro cosa pensavo.

Per quanto riguarda avventure non so non ci sono mai andata..ho conosciuto patrizia e maria eugenia 'in viaggio' ed il contesto conta. Sono due donne in gamba certo non meschine da scegliere altri a te solo per simpatia politica ma simpatia Può darsi (quando uno deve scegliere e di danni non ne fa, a volte, sceglie anche con la simpatia). La gente è sempre pò ingufita soprattutto sul posto di lavoro. Sono di sinistra ma sanno essere 'liberali' nel senso tuo. Infatti la mail scorsa l'ho scritta non con l'intento di armare te contro una loro meschinità no no ..niente del genere assolutamente, mi spiaceva che non vi conosceste, tant'è vero che tu sei passato per uno di destra filo Berlusconi/Bush snobbino che fa il sapientino e loro come ex sessantottine deluse dalla vita con sogni rivoluzionari infranti che non sorridono mai. Non tutte le ciambelle escono col buco neanche le sparatelle.




11 July 2005

Book Review/Recensione: Ancient Futures, Learning from Ladakh, by Helena Norberg-Hodge, ***

Recensione in italiano alla fine di questo post

Synopsis

The swiftly evolving socioeconomic life of Ladakh, whose people struggle to balance growth and technology with cultural values, offers crucial lessons in sustainable development. This gripping portrait of the western Himalayan land known as “Little Tibet” moves from the author’s first visit to idyllic, nonindustrial Ladakh in 1974 to the present, tracking profound changes as the region was opened to foreign tourists, Western goods and technologies, and pressures for economic growth.

01 March 2003

10° g - 1 MAR: da Santiago a Baracoa

Guantanamo

La strada statale, deserta come tutte, che porta da Santiago verso l’estremo orientale di Cuba, si trasforma ad un certo punto in una autostrada, pur’essa deserta, che punta dritto su Guantanamo, la città adiacente all’omonima base della marina militare americana: un nome che racchiude in sé rabbia, costernazione e sdegno, e non solo per i Cubani. La base fu concessa agli USA nel 1934 con un trattato a tempo indeterminato. Molti a Cuba, e non solo, considerano questa base un anacronistico residuo di un’era coloniale che tutti vorremmo pensare definitivamente passata.

26 February 2003

Book Review: Fidel Castro, by Clive Foss, *****

Synopsis

Fidel Castro has led Cuba through success and failures since 1959. Son of a rich landowner, he became a radical revolutionary who attempted to overthrow the government in 1956 with a tiny band of followers. Using propaganda and subversion as much as sudden attacks from his mountain hideout, he gained victory in 1959. He liberated his country from one dictator and the overwhelming influence of the United States, only to turn it into another dictatorship firmly under the control and patronage of the Soviet Union.

08 November 2001

Book Review: The Idea of India (1999), by Sunil Khilnani, ****

Synopsis

A key book on India in the postnuclear era, with a new Introduction by the author. Sunil Khilnani's exciting, timely study addresses the paradoxes and ironies of this, the world's largest democracy. Throughout his penetrating, provocative work, he illuminates this fundamental issue: Can the original idea of India survive its own successes?



Review

The author tries to encapsulate the idea of India in five chapters:

Democracy (how this was possible in India, and in fact how democracy made India possible!);

Temples of the future (on growth after WW II);

Cities (and the role they play in changing India);

Who is an Indian (the most complicated of all chapters!)

The Garb of Modernity (on ongoing change)

A useful bibliographical essay completes this articulate book.

These are important aspects of what makes India, of course, but hardly the only ones and perhaps not the main ones. Most people in India still live in the countryside.

In my view the main drawback of the book is its excessive praise of Nehru. Yes he did keep India united after partition and preserved democracy but his autocratic economic planning delayed India's development, which really took off after the Nehru/Gandhi dynasty came to an end with Rajiv's resignation in 1989 and assassination in 1991.

In any case, there can hardly be any such thing as "the" idea of India. A better title might have been "One Idea of India".

See my other reviews on India in this blog.

11 July 2001

Book review: The Slave Trade, 1440-1870 (1999), by Hugh Thomas, *****






















Synopsis


After many years of research, Thomas portrays, in a balanced account, the complete history of the slave trade. The Atlantic slave trade was one of the largest and most elaborate maritime and commercial ventures. Between 1492 and about 1870, ten million or more black slaves were carried from Africa to one port or another of the Americas.

In this wide-ranging book, Hugh Thomas follows the development of this massive shift of human lives across the centuries until the slave trade's abolition in the late nineteenth century.

Beginning with the first Portuguese slaving expeditions, he describes and analyzes the rise of one of the largest and most elaborate maritime and commercial ventures in all of history. Between 1492 and 1870, approximately eleven million black slaves were carried from Africa to the Americas to work on plantations, in mines, or as servants in houses. The Slave Trade is alive with villains and heroes and illuminated by eyewitness accounts. Hugh Thomas's achievement is not only to present a compelling history of the time but to answer as well such controversial questions as who the traders were, the extent of the profits, and why so many African rulers and peoples willingly collaborated. Thomas also movingly describes such accounts as are available from the slaves themselves.



05 February 2001

Recensione: "La Via della Cina" di Renata Pisu, ****

Sinossi
In questo libro l'autrice racconta il suo rapporto con la Cina, iniziato nel 1957 quando, insieme con alcuni compagni, si trasferì a studiare a Pechino, all'università di Beida. Vi trascorse 4 anni e da allora non ha mai smesso di tornare periodicamente in quel Paese che l'ha contagiata di un male inguaribile, il "Mal di Cina", segnando in modo indelebile la sua vita. Quello che leggiamo nel libro non è solo un resoconto o un reportage di viaggio, piuttosto assomiglia a un percorso tra passato e presente che si accompagna a un itinerario esistenziale.

06 November 2000

Recensione: Straneurocrate (2000), di Marco De Andreis, *****

Sinossi

Poche cose risultano più ostiche e tediose dell'Europa comunitaria. D'altra parte l'Unione europea ha un'importanza crescente nella nostra vita: le decisioni che ci riguardano prese a Bruxelles e a Strasburgo sono sempre di più. E poi c'è il fatto che le istituzioni comunitarie non sono state concepite per rendere conto ai cittadini europei, bensì ai governi dei Paesi Membri. Questo libro tenta di colmare la voragine fra il (poco) fascino e la (molta) importanza dell'Unione europea, cercando di spiegare l'utilità e il funzionamento dell'Europa comunitaria. E non in termini astratti: l'autore è stato un "eurocrate" negli anni dal 1995 al 1999, e qui li racconta.


Recensione

Il miglior libro per capire l'Unione Europea senza annoiarsi a morte nel tentativo! Parafrasando il film di Kubrik "Il dottor Stranamore", De Andreis racconta di come "ha imparato a non preoccuparsi e ad amare l'Unione Europea", cioè i suoi anni a Bruxelles, dove ha lavorato come membro del gabinetto della Commissaria Bonino alla fine degli anni novanta. Egli usa l'esperienza personale per sviluppare un lungo ragionamento induttivo sulla macchina comunitaria, da una parte, e sulle politiche europee degli stati membri, dall'altra.

Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sull'Unione Europea ma non avete mai osato chiedere. Anche perché pure se lo aveste chiesto non ve lo avrebbero detto, data la mancanza di trasparenza dei processi decisionali comunitari, dai quali ormai dipende la maggioranza delle nostre leggi nazionali. Questo potrebbe essere un sottotitolo per questo libro, che parla di cose serie senza prendersi troppo sul serio. Anche se scritto dieci anni fa, per cui in parte ovviamente obsoleto, il libro resta attualissimo per penetrare la fitta cortina che oggi come allora nasconde l'apparato comunitario al cittadino comune.

Parafrasando il film di Kubrik "Il dottor Stranamore", De Andreis racconta i suoi anni a Bruxelles, dove ha lavorato come membro del gabinetto della Commissaria Bonino alla fine degli anni novanta. Egli usa l'esperienza personale per sviluppare un lungo ragionamento induttivo sulla macchina comunitaria, da una parte, e sulle politiche europee degli stati membri, dall'altra.

Da europeista convinto quale sono, il libro mi ha confermato una cosa: far gestire le cose a Bruxelles mi piace sempre di meno, ma resta forse il male minore rispetto ad un ritorno di poteri agli stati nazionali, oggi inadeguati a far fronte alle sfide del XXI.

Puoi leggere un'intervista all'autore qui su Gnosis.




25 February 2000

Recensione: Lettera da Singapore, ovvero il Terzo Capitalismo, (1995) di Giuseppe Bonazzi. ****

Sinossi

Il libro nasce da un'esperienza personale dell'autore ed è strutturato in maniera inconsueta: a una prima parte scritta nella forma diaristica di lettere ad amici è consegnato il racconto emozionale, soggettivo dell'impatto tra l'autore, armato delle sue spesso inadeguate categorie "occidentali", e una realtà così contraddittoria, esotica e misteriosa.

Accanto a ciò, la riflessione propriamente teorica. "Unicum" politico, sociale, economico, Singapore è retta da una singolare forma di democrazia autoritaria, con il Presidente e "dittatore benevolo" Lee che gode di un consenso elettorale plebiscitario.

L'autore scorge in questo sistema una caso di "terzo capitalismo", non riconducibile né al liberismo classico né al capitalismo sociale.


Recensione

Bonazzi ci racconta il mese da lui passato a Singapore a fare ricerca sull'economia e la società di questo paese molto peculiare. Il libro è interessante perché oltre a raccontarci le sue esperienze dirette l'autore fornisce anche molte informazioni di tipo politico, economico e storico che aiutano a capire il contesto in cui lui si è mosso.

In particolare Bonazzi ci spiega come a Singapore si sia potuto sviluppare, con contraddizioni ma anche enormi successi, il "terzo capitalismo", una via alternativa sia al liberismo eccessivo sia alle socialdemocrazie dirigiste dell'Occidente.

Un ottimo libro da leggere prima di andare a Singapore, anche se l'esperienza dell'autore risale al 1995 molto di quanto scrive resta ancora valido a distanza di anni.