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13 November 1991

Mosca: Incontro con P, esperto russo di disarmo

Mi racconta la sua visione della situazione in Europa.

Unione di sicurezza possibile con Ucraina e Belorussia, anche se ostacoli nel breve termine. Non è certo che Eltsin sarà adatto come leader politico, è un buon rivoluzionario ma non uno statista. Anche per Gorbaciov però non sarà possibile avere più che un ruolo simbolico. Più probabile una svolta autoritaria, oggi c'è molta richiesta per una "mano forte", ma non per un pensiero chiaro, che invece sarebbe più necessario.

Ruzkoi, il vice presidente, potrebbe succedere a Eltsin in primavera, Eltsin soffrirà politicamente dell'inverno difficile. Sarebbe stato più facile per lui iniziare le riforme prima, quando la popolarità era alle stelle, ora sarà più difficile.

La Russia e le repubbliche centro-asiatiche avranno difficoltà ad essere alleate nel lungo periodo. Ci sono troppe difficoltà nella visione dello sviluppo futuro nelle rispettive società. In Asia c'è un crecente fondamentalismo islamico, che porterà quelle repubbliche più vicino all'Iran. L'unione economica sarà più facile, gli interessi sono complementari.

La Russia ha ritirato non solo tutte le armi nucleari, ma anche tutto l'equipaggiamento corazzato pesante dal Caucaso. Dall'Ucraina sono state ritirate le testate dagli ICBM mentre si sta procedendo al ritiro delle tattiche che è ancora in corso. Nel Kazakhstan le testate nucleari tattiche sono custodite in zone popolate da russi, se i Kazaki tentassero di prenderne possesso si rischierebbe la spaccatura della repubblica, abitata in prevalenza da russi al nord e da kazaki al sud. I lucchetti di sicurezza esistono su tutte le testate (più o meno moderni), ma potrebbero essere neutalizzati da capaci ingegneri, mentre sarebbero efficaci contro eventuali furti da parte di terroristi o altri fanatici. É convinto che il presidente ucraino Kravchuk si debba mostrare più interessato alle testate nucleari di quanto non sia veramente per motivi politici interni. Difficile che insisterà troppo al di là del diritto di veto.

L'Occidente ha sbagliato a non insistere con i paesi baltici perché firmassero il TNP, e si impegnassero a non superare pro-rata le rispettive sotto-quote di zona per il CFE. Avrebbe costituito un precedente utile per l'Ucraina. Ciononostante la soluzione politica è probabile, perché è nell'interesse di tutti. La somma delle forze armate di tutte le repubbliche indipendenti sarà probabilmente inferiore al totale sovietico nel CFE.

12 November 1991

Incontro con S, politologo russo

Si parla della divisione dei beni sovietici tra le nuove repubbliche avviate all'indipendenza. L'Accademia della Russia (e non dei Russi, o russa), possiede il 95% delle risorse di quella sovietica, è logico che abbia assorbito la vecchia struttura.

Secondo lui Eltsin non è particolarmente interessato alla politica estera, i suoi consiglieri fanno fatica a fargli fare attenzione alla questione. La Russia dovrebe sostituire l'URSS nella maggior parte delle funzioni, ma non è chiaro se ci saranno veramente 15 stati indipendenti, secondo S. è più probabile un'aggregazione con molti di loro.

Quella di oggi in Russia è una vera rivoluzione, pacifica ma non per questo meno tale. Le cose sono destinate a peggiorare prima di migliorare, sia nelle relazioni tra le repubbliche che all'interno di esse. L'elemento determinante è l'Ucraina, ed è pericoloso perché la dirigenza è molto nazionalistica. Anche se potrebbe volere un deterrente nazionale in futuro, per ora Kiev vuole "acchiappare" le testate nucleari solo per avere una merce di scambio nel negoziato sull'indipendenza, e come status symbol. Si tratta in realtà di terrorismo di stato. Eltsin ad agosto aveva detto che avrebe "preso" le testate dislocate in Ucraina (altre fonti avevano detto che avrebbe "accettato" le testate offertegli da Kiev quando questi aveva detto di voler essere uno stato denuclearizzato).

Interessato a intensificare la collaborazione con l'Italia, ma non tramite i vecchi schemi dell'Accademia; si potrebbe invece fare del fund-raising insieme presso le fondazioni internazionali. Disposto anche a fare un'iniziativa multilaterale con Ucraina e Belorussia e magari altri.

Secondo S., se l'Ucraina si stacca uniltaeralmente dall'URSS, è la guerra. Non esiste, in realtà, l'Ucraina come tale, è stata una creazione artificiale dei Bolscevichi. Eltsin probabilmente ha i giorni contati, il suo successore sarà però ancora più debole e parimenti fallirà. Ciò creerà un'opportunità per una rinascita politica per Gorbaciov, visto che non ci sono peronaggi alternativi, e che potrebbe essere questa volta appoggiato dai militari, che vedrebbero in lui l'unica speranza di mantenere un ruolo preminente.

Il ruolo internazionale della Russia/URSS diminuirà, ma continuerà. Le repubbliche guardano alla Comunità europea per aiuti, staranno a sentire se Bruxelles dovesse minacciare sanzioni in caso di guerra. L'influenza che l'Occidente può avere è generalmente sottovalutata. Sta all'Occidente darsi da fare per auto-coinvolgersi di più degli affari interni sovietici.

C'è bisogno di allargare all'area ex-sovietica un sistema di sicurezza collettiva. Allargare la NATO fino agli Urali, anche senza magari integrare le forze sovietiche ed est europee nella struttura militare (á la francese o, meglio, alla spagnola). Altrimenti si dovrebbe irrobustire la Carta di Parigi.

Se il paese si frantuma, l'aiuto occidentale sarà ancora meno utile di oggi, si perderebbe nella inevitabile guerra economica tra le repubbliche. L'Ucraina lo sta capendo, è già più realistica di qualche settimana fa.