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09 August 2006

17° g - 9 AGO: Padum – Sani Festival – Padum

Secondo giorno di festival, al contrario di Hemis (vedi post 2005) qui il secondo giorno è il più significativo. Arrivo sul presto e mi metto a meditare nel gompa con i monaci. La sala principale è incorniciata da 16 grandi colonne di legno addobbate di drappi colorati. Il pavimento di pietra è ruvido, grezzo. I monaci srotolano tappeti per i visitatori. Verso le 8 di mattina i locali cominciano ad allestire un mercatino sullo spiazzo antistante il gompa. Vendono di tutto, sia oggetti per i turisti sia merce per clienti locali (vestiti, utensili per la casa). Ad un certo punto noto un monaco che fuma che entra nel gompa... non è possibile! ed infatti poi ne esce subito. Oggi il nostro autista Zangpo è venuto con la figlia Lobsangol, che accompagno a posare una pietra votiva di Mani sul muro interno del gompa, lungo un corridoio che gira tutto intorno all’edificio.

08 August 2006

16° g - 8 AGO: Padum – scuola Lamdon – Sani Festival – Padum

 Oggi è la prima giornata del Festival che dà il nome al nostro viaggio, ma prima passiamo a visitare la scuola. Ci accoglie un’italiana che fa volontariato qui per l’estate. Non è pagata, anzi si è pagata le spese di alloggio (Rs 2000 al mese, circa 35€), le hanno solo rimborsato il viaggio.

Infatti la scuola è sostenuta da sponsor francesi (400) ed italiani (100). I soci pagano 38€ all’anno, e con 138€ possono adottare un alunno agli studi. Parlo un po’ con il vice preside, ci dice che i problemi principali sono i trasporti (mancano i bus per portare i bambini dai villaggi a scuola) e gli alloggi per ospitare gli alunni che vengono da lontano e non potrebbero tornare a casa ogni giorno. I versamenti italiani si fanno presso il conto della Banca Etica: non mi convince il nome, ma questo è un altro discorso...

06 August 2006

14° g - 6 AGO: Padum – Karsha – Padum

In marcia attraverso la pianura dello Zanskar. Lungo il percorso attraversiamo molti campi coltivati ad orzo, dove le locuste stanno banchettando indisturbate. Non si curano molte neanche quando mi avvicino a pochi millimetri per fotografarle in macro. Incontriamo molti muri di mani, e Gyalpo ci porta anche nella casa di uno scultore che incide le pietre votive. Ovviamente a casa sua ne ha a centinaia, sono in vendita a 100 Rs le più piccoline e fino a 300 Rs le più grandi. Dopo due ore e siamo nel paese di Karsha alle pendici del monte sul quale è costruito il gompa di Karsha, anzi i due gompa, dato che sulla sinistra ce n’è un altro, più piccolo, femminile. Dalla piazza del paese si sale a piedi lungo una rampa a gradoni per circa 30 minuti fino al gompa vero e proprio. Durante la visita passo davanti ad una cucina e vedo Gyalpo, che sta già dentro masticando a quattro ganasce, e mi aiuta a chiedere ai monaci di assaggiare gli intrugli che stanno preparando. Buona minestra di verdure, non male anche il “timo”, una specie di cornetto di pasta, le solite lenticchie, ma mi accorgo con non poca sorpresa che ci sono anche pezzetti di carne di yak!! Ma come, non sono vegetariani nei monasteri??? Manco per niente... eppure i monaci qui sono i “berretti gialli” che in teoria sarebbero la setta, minoritaria rispetto ai “berretti rossi”, più ligia alle tradizioni e morigerata nei costumi.

05 August 2006

13° g - 5 AGO: Padum – Bardan – Mune – Padum

Una metà del gruppo si incammina di buon’ora a piedi per il gompa di Bardan, ci metteranno tre ore lungo la strada, accompagnati da Gyalpo. Camminata facile in ascesa gradualissima. Io con gli altri li raggiungiamo direttamente a Bardan alle 10.30 con le auto, arrivando pochi minuti dopo di loro. Oggi mi sento un po' pigro...

04 August 2006

12° g - 4 AGO: Padum – Dzonkul – Padum

La mattina mi dò da fare per cercare una guida, e tramite l’albergo riesco a rintracciare Gyalpo, che pure aveva lavorato per altri gruppi di AnM. Viene subito in albergo e facciamo un programma di massima per i prossimi giorni. Incontriamo anche i nuovi autisti localo zanskariani, che sembrano subito più simpatici di quelli di Kargil. Per auto abbiamo le solite Tata Sumo, almeno queste sono in discrete condizioni.

31 July 2006

8° g - 31 LUG: Alchi – Lamayuru

Partenza alle 8, e prima visita a Rizong, monastero particolarissimo abbarbicato sulle pendici di una montagna. Bisogna salire circa 10 minuti per arrivarci dal parcheggio. Dopo la visita ci attardiamo presso la scuola di novizi che si trova ai piedi del monastero, assistiamo ad una preghiera dei bambini, prendiamo il tè. Si possono comprare alcune pubblicazioni, interessante un libro scritto da un inglese che ha vissuto lì.

Book Review: An Englishman in Rizong Monastery, by Lobzang Jivaka, ***

Review

The author is Michael Dillon, an Englishman otherwise known for having been the first person to undergo phalloplasty. This book is an interesting account of the several months he spent in Rizong Monastery, in Ladakh, in the early sixties, just before he died. It is mainly a travelogue, detailing his unique personal experience in the monastery. In this, it is unprecedented, to my knowledge, as no other Westerner had been ordained and allowed this kind of access before. And this to me is the most interesting dimension of this work. The book is however also a deeper reflection on Tibetan Buddhism. Quite a few good drawings and some pictures from Rizong complete the volume.

30 July 2006

7° g - 30 LUG: Leh – Likir – Alchi

Partenza alle 8.30 diretti per il monastero di Likir, in posizione spettacolare e contraddistinto da un enorme Budda dorato all’esterno. Assistiamo ad una puja particolarmente coinvolgente per la musica e per la partecipazione dei tanti monaci. Si può star seduti in mezzo a loro, fotografare (senza flash) e magari concentrarsi noi stessi un una meditazione. Il complesso vale una visita lenta, senza fretta. C’è una scuola adiacente, i bambini in uniforme leggono libri e recitano.

Pranzo al sacco, stavolta tocca al formaggio catalano di Elisabeth, ottimo con il pane che abbiamo comprato a Leh stamattina... all’ingresso del monastero c’è sempre un camion che vende bevande.

Proseguiamo poi il tragitto per Alchi, dove arriviamo nel primo pomeriggio, in tempo per prendere le camere ed andare a visitare il monastero, che ora è un museo e non più in uso attivo. Preziosissimi gli affreschi del XI secolo, restaurati poi nel XVI sotto Akbar.

Cena buffet al ristorante dell’albergo, vegetariano, ottimo.

28 July 2006

5° g - 28 LUG: Festival di Phyang

La stanchezza del viaggio si sente ancora, decidiamo di partire con comodo alle 11. Sosta sulla strada a Spitok, visita del monastero con bella veduta sulla valle di Leh da una parte (vista sull’aeroporto, vietato fotografare!) e sulla catena dello Zanskar dall’altra parte.

Oggi al festival c’è poca gente, solo qualche centinaio di locali e pochissimi stranieri. Le danze si godono molto meglio. Finisce tutto verso le 4. Molta polvere, resa più fastidiosa dal vento. Rispetto al Festival di Hemis che ho visto l’anno scorso, Phyang è meno coreograficamente spettacolare, ed anche meno scenografico, ma forse più intimo come atmosfera, soprattutto nei due pomeriggi quando non ci sono tanti turisti. Essendo più piccolo, il cortile di Phyang si sovraffolla facilmente, mentre ad Hemis c’era più spazio.

27 July 2006

4° g - 27 LUG: Festival di Phyang

Prima giornata al festival. Partiamo verso le 8 dall’albergo. Interessante il percorso lungo l’Indo. Tra le curiosità, si passa davanti ad una base militare, declamata con orgoglio “World’s Highest Training Ground” e poi vicino al “World’s Highest Bottling Plant”.

All’inizio al festival c’è tanta gente, quasi inutile arrivare tanto tempo prima per prendere dei buoni posti tanto il numero di maleducati che arrivano dopo e ti si piazzano davanti sarà sempre sufficiente ad obbligarti a spostarti. Particolarmente insopportabili oggi i turisti israeliani e russi, più rispettosi francesi ed americani. Il festival dura due giorni, io consiglierei di saltare la prima mattinata quando la ressa è massima ed andare nel pomeriggio, verso l’una, e poi il secondo giorno. Inoltre quando vanno via tutti gli stranieri è più facile anche un minimo di contatto con i locali, in fondo è la loro festa. Nel pm di stranieri ci siamo quasi solo noi. Per far foto bisogna stare giù nel cortile e spostarsi, altrimenti buon punto di osservazione anche sulle balconate e dalle finestre del palazzo del monastero adiacente.

10 July 2005

Book Review: Ladakh - Crossroads of High Asia, by Janet Rizvi, *****

Synopsis
This highly readable volume offers the first authoritative account of the history, religions, culture, and social conditions of Ladakh, the land often celebrated as the last outpost of Tibetan civilization. Relatively isolated from the rest of India as well as from Tibet by the world's highest mountains, Ladakh stands at the crossroads where Islam and Buddhism met and blended to produce an entirely unique culture.

Writing with feeling and personal knowledge born out of years of study and years spent in the region, Janet Rizvi presents much more than a mere coffee-table pictorial guide.

29 June 2005

17° g - 29 Giugno: Dharamshala

Giornata a zonzo per la città. Prima di tutto udienza dal Dalai Lama, che però consiste nell’assistere ad una sua lettura di brani sacri. A parte il fatto che legge i mantra in tibetano e rapidissimamente (ma sono disponibili radioline con le quali ascoltare la traduzione simultanea in inglese trasmessa da una stazione FM!) è difficile capire molto dalla sua giaculatoria, che assomiglia molto alle puja...

21 June 2005

9° g - 21 Giugno: Valle INDO NORD da Dha Hanu fino ad Alchi 150 KM ORE 4

Lungo trasferimento per Alchi, tante soste per foto sulla strada e arrivo nel primo pm. Visita al monastero, diverso dagli altri, oggi è solo un museo e non è più utilizzato per la pratica religiosa. Interessantissimi i dipinti murali, e qualche statua, meno le architetture. Alchi è speciale rispetto agli altri gompa, e non solo perché non è più in uso. Rappresenta infatti una tipologia architettonica unica ed è ricco di affreschi eccezionalmente conservati.

Ottima cena al ristorante adiacente l’albergo, Lo Zimskhang, costa 300 rupie.

Oggi qui ad Alchi, sotto suggerimento di PG, cinquantenne calvo come una palla di biliardo, per la prima volta mi sono rasato a zero! Via barba e capelli, mi sento tutto nuovo!!

18 June 2005

6° g - 18 Giugno: Festival di Hemis 90 KM ORE 3

La seconda giornata del festival di Hemis è stata un po’ in tono minore. Se doveste decidere di assistere solo ad una delle due, certamente andate alla prima.

Oggi incontro Albertina D’Urso, una simpatica fotografa milanese che gira l’India per i suoi reportage, un bell’esempio di intraprendenza e capacità realizzativa abbinata ad una passione per il mondo che ci trasmette con le sue fotografie.

Per chi ne avesse abbastanza di danze sacre e volesse effettuare una variante di camminata, si può percorrere un sentiero/scalinata che da dietro il monastero porta su per circa 2 km fino ad una fonte di acqua con vicino villaggio.

17 June 2005

5° g - 17 Giugno: Festival di Hemis 90 KM ORE 3

E’ il punto culminante del viaggio, il più importante festival buddista della valle. Mehraj ci ha riservato dei posti. Ce li dà gratis, avevano rinunciato altri clienti che avevano pagato, mi ha detto, gentile da parte sua, sul tetto del monastero. Sono utili per fare una base, ma poi è meglio (ed è indispensabile per le foto) spostarsi, a secondo della luce, delle coreografie e dell’affollamento. Può essere utile bloccare presto la mattina i posti intorno al recinto per essere più vicini. Interessantissimo anche assistere alla recitazione dei mantra prima delle danze e negli intervalli, nella sala da preghiera. Si può anche fotografare, anche con il flash (che però consiglio di limitare al minimo, sia per non disturbare, sia perché con la luce radente che entra dalle finestre le foto vengono meglio).

Il festival è il più famoso della regione, si svolge con regolarità da tempo immemorabile anche se in passato ci dicono fosse in inverno, ed è poi stato spostato dai monaci all’estate per facilitare l’accesso ai turisti. Forse un peccato di avidità economica, ma non mi sento di criticarli per questo. Il turismo porta il Ladakh nel XXI secolo ed io non sono tra quelli che ritengono di dover impedire la comunicazione mondiale per preservare tradizioni isolate. Certo il turismo può anche essere deleterio, e qui come altrove dipenderà da come sarà gestito. Le coreografie rappresentano la perenne lotta tra il bene ed il male, con la luce che alla fine, naturalmente, prevale sulle tenebre.

Comunque accanto ai turisti che si accalcano fugacemente ai bordi del cortile dove si svolgono le cerimonie (la maggior parte si ferma solo qualche ora, il tempo di fare qualche foto) è molto coinvolgente la partecipazione dei locali, che affluiscono da tutti i villaggi circostanti per l’evento.

16 June 2005

4° g - 16 Giugno: Valle INDO: Takthok, Hemis, Stakna (restauro), Chemrey, 145 KM 5 ORE

Cominciamo con il monastero di Takthok, e visitiamo l’adiacente Lamdon School, dove assistiamo ad un saggio ginnico. Quindi ad Hemis, dove fervono i preparativi per il festival che comincia domani. Per noi era il punto cruciale di tutto il viaggio, luogo del festival. E’ possibile avere ospitalità chiedendo ad un monaco in cameroni con uomini e donne separati, donazione 100 rs. a testa ma per noi non c’era posto a causa del festival.

15 June 2005

3° g - 15 Giugno: Valle INDO: Thiksey, Shey, Matho, Stok, 90 KM, 3 ORE

Partenza alle 6, è importante andare presto prima di tutto a Thiksey per assistere alla puja mattutina, dove i visitatori sono ammessi. Dura fino alle 8.30 circa. Atmosfera suggestiva. Si visita poi il monastero, biglietto di 25 Rs, come per tutti quelli a venire, con qualche dicrepanza di poche rupie in più o in meno.

27 August 2004

Recensione/Book Review: "Un indovino mi disse/A fortune teller told me", di Tiziano Terzani, ****

English review below

Sinossi

Nel 1976 un indovino cinese avverte Tiziano Terzani, corrispondente dello "Spiegel" dall'Asia: "Attento. Nel 1993 corri un gran rischio di morire. In quell'anno non volare mai". Anni dopo gli torna in mente quella profezia e la vede come un'occasione per guardare il mondo con occhi nuovi. Decide di non prendere aerei per un anno, senza rinunciare al suo mestiere. Il risultato di quell'esperienza è un libro che è insieme romanzo d'avventura, autobiografia, racconto di viaggio e reportage.


03 November 2003

Bibliography: Books on the Western Himalayan regions of India

A selection of my readings on this region, which I visited four times beetween 2003 and 2010. They are divided according to the administrative division of India: Jammu and Kashmir, Uttarankhand and Himachal Pradesh. Click on the links to read my reviews and buy these books.

26 December 2002

9° g - 26 DIC: Varanasi e dintorni: Sarnath e Jaunpur

Giornata in visita col nostro bus nei dintorni di Varanasi (decido di posticipare la visita alla città stessa, dove il bus non serve, per poter far partire lo stesso alla volta di Bhopal, dove ci riprenderà alla fine della nostra prima notte in treno).

Oggi andiamo a Sarnath, dove Buddha inizio a predicare, uno dei pochi centri buddhisti ancora attivi in India, e con un ricco museo archeologico, da non perdere. Poi Jauntar, importante centro islamico a 80km da Varanasi (2+2 ore in bus! ma ne vale la pena).

A Sarnath il fulcro dell'attenzione è un grande stupa. Ci sono moltissimi monaci che ci girano intorno, prostrandosi fino a terra e allungando le mani protette da speciali tavolette di legno in avanti.

Un monaco mi chiede in inglese se sono buddista. Gli dico che sono interessato ma non sono veramente un buddista. Mi risponde: "Forse un giorno, lentamente, lentamente."

Vari monaci conducono sessioni di preghiera e meditazione tutto intorno allo stupa, ci sono anche molti occidentali che partecipano.

Al lato dello stupa c'è anche un museo, abbastanza sgarrupato. (vedi libretto)

A seguire ci dirigiamo verso Ramnagar ma la strada è bloccata e dobbiamo rinunciare. Vedo molti bambini che lavorano raccogliendo stracci in una montagna di immondizia ai margini della città.

Il bus ci porta per le campagne per due ore e mezzo sulla via di Jaunpur. Molti piccoli villaggi di capanne fatte con mattoni di fango. Medaglioni di sterco secco sono metodicamente accumulati ai lati della strada. Hanno un diametro di circa 20 centimetri e sono il combustibile più utilizzato per cucinare e riscaldare le capanne.

Lo standard delle costruzioni contrasta con le divise colorate ed impeccabili dei bambini che vanno a scuola, ovviamente a piedi, percorrendo chilometri lungo le strade assieme a camion e vacche.

Arrivati a Jaunpur visitiamo due moschee, che una volta devono essere state molto imponenti ma oggi sono alquanto trascurate, quasi in rovina. Nugoli di bambini ci circondano, vogliono essere fotografati anche se non chiedono soldi.

La sera, tornati a Varanasi, prepariamo il grosso dei bagagli e li consegnamo al bus che si mette in marcia per Bhopal dove lo troveremo fra un paio di giorni. Noi prenderemo il treno.

Ristorante per la cena: Kamesh Hut garden restaurant, dietro il Pradeep tel 202689, lento come tutti ma buono e simpatico, stanno rimodernando il giardino.

Cerco trasporti per visitare Varanasi in serata e poi domani. Tramite il proprietario dell’albergo ho incontrato uno strano figuro, tale Prins, che di primo acchito non ispirava nulla di buono ma poi si è rivelato utile ed affidabile. Con lui quale ho concordato il seguente pacchetto: lui ci ha organizzato un giro in barca a remi sul Gange di 3 ore + servizio di barca a motore di 30 min fino al forte di Ramnagar per tutti a 400 Rp; inoltre 7 rickshaw a pedali a disposizione per tutto il giorno per girare tutta la città per 200 Rp.

Il prezzo totale (600 Rp per tutti i trasporti) è molto buono, anche troppo buono… il trucco sta nel …… indovinate un po? Esatto!! Il negozio!!! Dove ci siamo impegnati ad andare alla fine di tutto il tour. Trattasi del Indian Art Exposition di un certo Ramesh al 28-142 del Samarpan market. Lì alcuni di noi hanno comprato qualche seta (prezzi né meglio né peggio che altrove) e siamo stati tutti contenti. I barcaioli altrimenti chiedono prezzi spropositati (noi abbiamo ospitato sulla nostra barca due ragazze giapponesi cui stavano per spillare 800 Rp) e con un gruppo numeroso il negoziato ripetuto con i rickshaw ad ogni tragitto diventerebbe tedioso.