02 May 2003

Pallanuoto su una lingua di sabbia senza nome, atollo di Ari, Maldive

Un venerdì, il giorno di festa settimanale mussulmano, ci ancoriamo verso mezzogiorno nei pressi di uno di questi banchi di sabbia senza nome. C’è già lì prima di noi, quasi arenata sulla riva, una barca di maldiviani in vacanza. Una scolaresca assortita: bambini e molti adolescenti, qualche giovane più grande, forse gli insegnanti o gli accompagnatori. Hanno messo su campo, c’è una grande tenda e molte vettovaglie sparpagliate qua e là, bevande fresche. Ci incrociamo in acqua e sulla sabbia, ancora una volta la comunicazione verbale è limitata ma mani e sorrisi fanno molto per instaurare una forte simpatia reciproca.

Ad un certo punto salta fuori un pallone, ed inizia subito una partita di pallanuoto un po’ anarchica tra italiani e maldiviani, senza porte, senza arbitro e senza regole, ci passiamo solo la palla cercando di non farla catturare alla «squadra» avversaria. Un gran guazzabuglio il cui unico vero scopo in realtà è farsi delle sonore risate: loro se le fanno probabilmente per la nostra goffaggine di cittadini impacciati e tutti più o meno in sovrappeso, noi... pure. Partecipano anche le ragazze, ed in questo tipo di gioco non può mancare il contatto fisico, anche involontario; certo fa una certa impressione vedere le nostre agitarsi in acqua in risicatissimi bikini affianco alle loro in tessuto nero dalla testa ai piedi.

Mi faccio anche qualche fotografia al loro fianco, ma solo dopo che i loro uomini (fratelli, cugini, mariti, compagni di classe, non saprei dire) fanno cenno che non c’è problema, anzi vengono a posare anche loro. Dopo una mezz’ora siamo stremati e stramazziamo sulla spiaggia, rifocillati da qualche noce di cocco che ci viene gentilmente offerta. Ci facciamo un sacco di foto, i bambini come sempre sono curiosi di guardarsi subito negli schermi delle macchine digitali che qui nei villaggi ancora sono poco diffuse. Ci piacerebbe inviargli una copia delle foto ma la cosa è praticamente impossibile perché non riusciamo a capire se hanno un indirizzo di posta elettronica, qui è ancora agli albori, oppure sono restii a darlo (non credo) e poi non sapremmo dove scriverlo...

Questo post è un estratto del mio libro sulle Maldive. Per comprare il libro cartaceo o formato kindle su Amazon clicca qui.

Recensione: A Est dell'Avana, di Roberto Goracci, *****

Sinossi

Organizzatore di crociere charter nel Mediterraneo, dopo qualche anno di lavoro d'ufficio, Roberto Goracci decide di riprendersi la libertà che fino a quel momento aveva venduto agli altri. Acquista un catamarano, va a Cuba e si ferma vicino a Holguin sulla costa orientale. Per tre anni abita in una capanna sulla spiaggia, col suo cane Hush, e porta in giro i turisti con la barca. E intanto vive in prima persona la musica, la danza, il ron, l'embargo, i burocrati, il sesso, la miseria, l'orgoglio: tutta la vera Cuba, uno dei luoghi più affascinanti del mondo. Con una nota di Luca Barbarossa.

01 April 2003

Book Review: The Life and Adventures of John Nicol, Mariner, by Timothy Flaney, *****

Description
The true story of a pioneering sailor who travelled the world at the end of the 18th century. In his many voyages, the Scottish-born John Nichol circumnavigated the globe, visiting every inhabited continent. He participated in many of the greatest events of exploration and adventure. He battled pirates, traded with Native Americans and fought for the British Navy in the American and French Revolutions; he also travelled on the first female convict ship to Australia, was entertained in Hawaii by the king's court, days after the murder of Captain James Cook, and witnessed the horrors of the slave system in Jamaica.

08 March 2003

Book Review: Cuba - The Land of Miracles: A Journey Through Modern Cuba, by Stephen Smith, ***

Synopsis
The Cuban coined the term "the land of miracles" in the nineties, during the "special period" when the end of Soviet subsidies brought untold privations and suffering just as the rest of the world was ditching Communism. An official Cuba version of events is available here.

06 March 2003

15° g - 6 MAR: da Moron a L'Avana e fine del viaggio

Partenza presto per Santa Clara, breve sosta al mausoleo di Che Guevara (visibile solo da fuori, lavori in corso non ci permettono di visitare l’interno) ed arrivo a L’Avana nel primo pomeriggio, che passiamo per la città vecchia fino a che il bus ci riconsegna alla Iberia per il volo verso l’Europa.

Immaginate un futuro sognato da lui!
(slogan scritto accanto a gigantografia di Che Guevara)

Onestamente, più che un sogno, sarebbe un incubo! A presto Cuba!

05 March 2003

14° g - 5 MAR: Cayo Coco, e le spiaggie segregate

Gita ai Cayos. Spiaggie bianchissime, fantastiche verso il centro del versante nord dell'isola di Cuba, immacolate anche perché lontano da grandi centri abitati e non sviluppate urbanisticamente.

Ci vorrei portare Anabel, un'amica cubana che ho conosciuto da poco, ma l'autista Diego mi sconsiglia: è vietato. Tanto per cambiare. Sono spiaggie riservate agli stranieri!

04 March 2003

13° g - 4 MAR: da Holguin a Moron

Partenza per Moron, lungo trasferimento senza soste di rilievo, non c’è tempo per fermarsi in spiaggia, arrivo in serata e sistemazione nelle case. Poi a cena e alla Casa della Trova, non particolarmente interessante, è tardi e a mezzanotte chiudono tutto.

03 March 2003

12° g - 3 MAR: da Baracoa a Holguin

Partenza presto per Holguin. Mattinata ancora a Maguana, dove stavolta per pranzo ci facciamo preparare un porcellino allo spiedo, che ci viene rosolato in spiaggia mentre noi nuotiamo e ci abbronziamo, che sofferenza! Dopo pranzo partiamo per un lungo e noioso trasferimento verso Holguin, dove arriviamo in serata.

02 March 2003

11° g - 2 MAR: Baracoa, in spiaggia

Giornata alla spiaggia di Maguana, a 20 km circa. Bellissima. Attenzione, ce ne sono tre: La più grande è adiacente ai bungalows dell’albergo, ed è la più pulita ma anche più frequentata (anche da cubani). La seconda, dove siamo andati noi, è più selvaggia, con poca gente; eravamo soli con alcuni bambini cubani (domenica, scuola chiusa) ed alcuni signori che ci hanno preparato la solita aragosta e gamberoni, e ci hanno anche preso le noci di cocco dagli alberi, ottimo il latte di cocco, naturalmente con il RON! la terza spiaggietta è piccolissima e molto nascosta, adatta a coppiette romantiche che si vogliano appartare…

01 March 2003

10° g - 1 MAR: da Santiago a Baracoa

Guantanamo

La strada statale, deserta come tutte, che porta da Santiago verso l’estremo orientale di Cuba, si trasforma ad un certo punto in una autostrada, pur’essa deserta, che punta dritto su Guantanamo, la città adiacente all’omonima base della marina militare americana: un nome che racchiude in sé rabbia, costernazione e sdegno, e non solo per i Cubani. La base fu concessa agli USA nel 1934 con un trattato a tempo indeterminato. Molti a Cuba, e non solo, considerano questa base un anacronistico residuo di un’era coloniale che tutti vorremmo pensare definitivamente passata.