17 March 2009

L'islam alle Maldive

Il muezzin richiama alla preghiera con la consueta regolarità, si sente da tutto il centro di Malé. Di regola, quando parte la registrazione di «Allah-u-akhbar», anche i negozi dovrebbero chiudere per consentire a tutti di pregare senza distrazioni, ma di fatto questo spesso non succede, anzi nel centro di Malé non l'ho mai visto fare. Magari si vede il cartello di prammatica «CLOSED» sulla porta, ma dentro le contrattazioni continuano.

La grande cupola dorata del centro islamico è una delle prime architetture che si vedono arrivando a Malé, il sole la fa brillare e si staglia prepotentemente e fotogenicamente, per dimensioni e colore, sulla monotonia urbanistica dell'isola e sul cielo blu. Il grande edificio di candido marmo bianco è stato inagurato nel 1984 e contiene un'enorme sala di preghiera che può contenere fino a cinquemila persone ed una sala per conferenze sull’Islam. I non mussulmani sono liberamente ammessi, tranne che durante la preghiera, ovviamente come tutti senza scarpe, e senza fotografare l'interno. Entrando noto che l'atmosfera è serena, anche molto fresca se paragonata al caldo esterno, accogliente. Quando arrivo non c'è nessuno, solo qualche bidello che fa le pulizie ed un impiegato che gentilmente mi scorta dentro per una visita.

Non mi fanno entrare, invece, nella vicina moschea antica, detta «del venerdì», per la quale mi dicono serva un permesso speciale, ma ho l'impressione che più semplicemente il guardiano di turno non fosse di buon umore. Forse ci potrò riprovare un’altra volta perché è la moschea più antica delle Maldive e pare che contenga mobili e suppellettili pregiati, con pannelli di legno su cui sono scolpiti i versi del Corano.

La moschea è un luogo preminente nella città. La fede islamica occupa infatti un ruolo preponderante in tutti gli aspetti della vita maldiviana dal tempo della conversione nel 1153. Come in molti altri paesi mussulmani, il ruolo dell'Islam acquisisce qui una dimensione che va al di là della religione per toccare la politica, la vita sociale ed anche quella personale. Ma la commistione tra potere religioso e temporale ha visto comunque, con poche eccezioni nella storia del paese, prevalere quest’ultimo, anche se spesso incarichi religiosi venivano usati per poi acquisire potere temporale. Ma come si è arrivati alla conversione all’Islam delle genti delle Maldive? Non lo sappiamo con precisione, anche se sappiamo che mercanti arabi frequentavano con assiduità i porti della regione a partire dal VII secolo. Ma, come spesso accade in tutto il mondo, dove la storia ci abbandona viene in soccorso la mitologia.

C’era una volta un demonio, chiamato Rannamari, che ogni mese veniva dal mare a minacciare e ricattare le genti delle isole...

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